fonte:
http://www.ilsole24ore.com/art/Sole...b-8f9714c30f74&DocRulesView=Libero&fromSearch
Un incontro segreto, sul tavolo un progetto di fusione, oltre cinque ore di confrontoe poi la promessa di discutere un accordo strategico, ma senza integrazione. Questo, secondo fonti finanziarie accreditate, è l'esito del confronto tra i vertici Wind, quelli 3 Italia e Hutchison Whampoa, con i rispettivi advisor, Credit Suisse e Goldman Sachs, tenuto la scorsa settimana a Londra. Che ci fosse un interesse di Wind per 3 Italia, lo aveva dichiarato lo stesso Naguib Sawiris in un'intervista a Il Sole 24 Ore del 5 giugno scorso: «Ci piacerebbe, ma il prezzo è troppo alto». Di cessione, però, in casa di Li Ka-shing al momento non si vuol parlare. Non a caso ieri il portavoce di Hutchison, Laura Cheung, ha commentato così a Bloomberg News le indiscrezioni pubblicate da La Repubblica: «3 Italia non è in vendita».
Al summit, d'altra parte, che ha visto seduti attorno a un tavolo innanzitutto Naguib Sawiris, il suo braccio destro Khaled Bichara, Luigi Gubitosi e quindi l'amministratore delegato di Hutchison, Canning Fok, e l'ad di 3 Italia, Vincenzo Novari, si è parlato di possibile integrazione ma non di cessione di asset. L'incontro, peraltro, è maturato anche a fronte delle assidue frequentazioni di Sawiris con Fok, già partner in altre iniziative.
Il summit è durato diverse ore, durante le quali sono stati analizzati punti di forza e di debolezza delle eventuali nozze. Si è affrontato principalmente il tema dei rapporti di forza, degli effetti finanziari dell'accordo, del debito, delle potenzialità di supporto dei soci al business e delle previsioni strategiche. Il risultato, dopo lungo confronto, è che al momento non sussistono le condizioni per un matrimonio. E questo per almeno tre motivi. In primo luogo, c'è il tema debito. Wind ha un'esposizione di circa 7 miliardi a tassi piuttosto elevati. 3 Italia, dal canto suo, ha un indebitamento di circa 3 miliardi, a tassi più contenuti grazie al fatto che le linee sono garantite dalla casa madre. La composizione dell'esposizione complessiva non è quindi, allo stato, sufficientemente omogenea per prendere in considerazione un'integrazione tra le società. Se non bastasse, sono emerse differenze rilevanti anche sul piano dell'apporto dei soci al futuro sviluppo della società integrata. Hutchison e il patron Li Ka-shing sarebbero disposti a mettere sul piatto liquidità per 15 miliardi. Sawiris, invece, in questa fase, non può permettersi spese eccessive e, sebbene valuti positivamente le fusioni nelle tlc, non intende «essere una minoranza di un grande gruppo», come dichiarato sempre a Il Sole 24 Ore il 5 giugno. Infine, altro argomento che ha allontanato le parti, sono state le discordanze sui piani strategici. Wind deve completare ancora i siti Umts, ne mancherebbero circa 6 mila, per un impegno di 1 miliardo, mentre 3 Italia ha concluso l'opera. Per questo, se la prima si trova a dover chiudere la fase degli investimenti, la seconda punta a raccogliere i frutti di quanto speso negli anni passati.
Insomma, nulla di fatto. Piuttosto si andrà avanti a lavorare assieme sulle torri, è ancora in atto la procedura di vendita di Eiffel dove sono confluiti gli assetdi3 e di Wind,e poi c'è l'ipotesi di network sharing.
E la vendita di 3 Italia? Al momento nessuna indicazione in questo senso, come dichiarato direttamente dalla casa madre. Tuttavia, risulta che diversi soggetti finanziari, in particolare fondi sovrani, abbiano presentato un'offerta. La discussione però non è mai decollata per questioni di prezzo. Secondo indiscrezioni Hutchison non vuole meno di 11 miliardi di dollari, 7 miliardi di euro e le proposte non avrebbero mai superato i 7 miliardi di dollari.