
Sono le nove di mattina del 3 giugno 2025 e a Helsinki l’aria sa già di estate, ma soprattutto di novità digitali. Elisa, storico operatore di telecomunicazioni finlandese, e Terveystalo, primo gruppo sanitario privato del Paese, annunciano un accordo che va ben oltre la semplice fornitura di linee telefoniche: stiamo parlando di una trasformazione ICT end-to-end che, per volume e ampiezza, non ha precedenti nel mercato healthcare nazionale. La notizia viene battezzata da Telecompaper con il titolo “Elisa wins comprehensive communication and IT deal from Finnish healthcare company Terveystalo” , confermando la portata strategica dell’intesa.
Cosa contiene l’accordo
Nel comunicato ufficiale diffuso da Elisa tramite il portale ePressi si legge che il contratto “copre tutti i 360 presidi Terveystalo, i suoi 15 000 professionisti e i medici in libera professione” . In pratica Elisa diventa one-stop-shop per:
- supporto utenti e servizi workplace (device, patching, MDM);
- manutenzione dell’infrastruttura hybrid cloud;
- reti di sede, LAN e firewall con servizio 24/7;
- connettività mobile e provisioning dei terminali.
La ciliegina? Una piattaforma di automazione e AIOps che “risolve i problemi ancor prima che i clinici se ne accorgano”, come spiega entusiasta il CIO Sami Vellonen nel testo originale. È la fine di un patchwork di fornitori: da oggi Terveystalo chiama un solo numero per qualunque esigenza IT.
Perché conta per la sanità finlandese
Non è un caso che Terveystalo sia stato nominato “digital health champion” 2024 nello studio BearingPoint sui big finlandesi . Ma per scalare ulteriormente serviva un backbone di rete ridisegnato intorno a sicurezza, bassa latenza e resilienza: i percorsi clinici digitali (triage AI, monitoraggio remoto, cartella condivisa in tempo reale) vivono di banda affidabile e di una forte automazione dal core al bedside.
Il quotidiano tech Tivi sottolinea che la commessa è “pluriennale” e coinvolge ogni sede Terveystalo, definendola “la più lunga nella storia ICT del gruppo” . In altre parole, non è un semplice outsourcing, ma un “matrimonio” di lungo periodo che include KPI clinici nel contratto di servizio.
Il ruolo dell’AI made in Elisa
Da almeno cinque anni Elisa non è più “solo” telco: con Polystar, Elisa Automate ed Elisa Industriq ha consolidato competenze in network automation e AI analytics riconosciute anche fuori dai confini scandinavi . Questo know-how diventa ora la spina dorsale della continuità operativa in corsia: la rete apprende, prevede anomalia e orchestra remediation senza intervento umano, liberando il personale IT ospedaliero per task a maggior valore clinico.
Un benchmark per l’Europa
La sanità pubblica europea fatica spesso ad ammodernare le reti ospedaliere; qui, invece, un player privato e un operatore telco dimostrano che l’approccio “service as code” può ridurre TCO e time-to-care. Significativo che il modello preveda un hybrid cloud: i dati sensibili restano in Finlandia, mentre i workload elastici migrano su region AWS Nordics o Azure North Europe, garantendo compliance e scalabilità.

Il mio punto di vista
L’accordo Elisa-Terveystalo è un laboratorio vivo di software-defined healthcare: non più torri separate fra telecom, facility, data center, ma un unico stack programmatico dove gli outcome clinici sono una metrica di rete. È la direzione che anche il settore pubblico dovrà imboccare — magari spinto dai fondi europei per la resilienza digitale — se vuole superare silos legacy e shortage di competenze. In sostanza, quando un problema di Wi-Fi diventa un potenziale ritardo nella consegna di un referto, la rete non è più un costo ma un dispositivo salvavita.
Prospettive future
- 2025-2026: rollout completo dell’automazione AIOps sui 360 centri.
- 2026-2027: sperimentazione 5G SA private per sale operatorie e imaging ad alta definizione.
- 2027+: apertura del marketplace Elisa-Terveystalo per startup medtech, con API sicure esposte dalla nuova piattaforma.
Se reggerà la promessa (zero downtime clinico, UX chirurgica per medici e pazienti), il case study finlandese diventerà una best practice replicabile — e monetizzabile — in tutta l’area nordica.