L’AGCOM, attraverso la delibera 74/22/CONS, ha approvato il piano di spegnimento della rete 3G TIM (switch-off), ma ha stabilito che quest’ultimo sarà posticipato a luglio di quest’anno.
La delibera, chiamata “Approvazione del piano di spegnimento della rete 3G di TIM e azioni a tutela dell’utenza”, è stata pubblicata solamente il 6 maggio 2022, anche se è stata stilata il 17 marzo scorso.
Ne consegue che l’operatore non ha iniziato lo switch-off ad aprile di quest’anno, come era previsto dalla ROADMAP ufficiale messa a disposizione sul sito tim.it, e che, proprio quest’ultimo verrà aggiornato nelle prossime ore con le date dello spegnimento della rete 3G aggiornate.
Infatti, attualmente nella pagina del sito TIM dedicata allo spegnimento della rete 3G è presente la dicitura “Piano di spegnimento rete 3G aggiornato al 26/01/2022. Qualora dovessero intervenire variazioni TIM provvederà tempestivamente all’aggiornamento delle informazioni.”.
Il piano di spegnimento comunicato da TIM prevede la sostituzione della tecnologia UMTS con le tecnologie 2G/4G/5G per gli impianti a 2100 MHz, con rispetto degli obblighi di copertura in regime di neutralità tecnologica e la chiusura definitiva del servizio UMTS in banda 900 MHz e 2100 MHz, tenendo conto delle previsioni della delibera 338/20/CONS (con cui si è stabilita la proroga dei diritti d’uso in banda 2100 MHz con le eventuali azioni da predisporre in caso di transizione da 3G a 4G o 5G).
Si ricorda che:
- TIM, insieme agli operatori virtuali che si appoggiano alla sua rete (Kena Mobile, Fastweb (quelli che hanno sim nera non ancora migrata su rete W3), CoopVoce, Tiscali Mobile e Vianova Mobile), nei mesi precedenti hanno avviato una campagna di comunicazione ai clienti affinché si informassero i propri clienti riguardo lo spegnimento della rete 3G a partire da Aprile di quest’anno, non ancora avviato, dunque;
- il Codacons, proprio riguardo la dismissione della rete 3G, è intervenuto ponendo delle perplessità per quanto riguarda le motivazioni alla base della volontà degli operatori che effettuano queste dismissioni, Vodafone e TIM, evidenziando come lo spegnimento di suddetta tecnologia faccia sorgere la necessità dell’acquisto di un dispositivo compatibile con la rete 4G, per chiunque ne fosse sprovvisto, affinché possa continuare a navigare senza rallentamenti;
- l’AGCOM concede a TIM di effettuare suddetta operatore di spegnimento purché continui a mantenere la copertura obbligatoria stabilita dai diritti di uso originari per la banda 2100MHz anche per le successive tecnologie 4G e 5G e specifica che la banda 900MHz può essere utilizzata per il refarming sulle reti 4G e 5G purché garantisca una copertura pari a quella originaria del GSM (2G) con qualunque tecnologia;
- l’AGCOM specifica che le Condizioni Generali di Contratto di TIM, all’Articolo 14, prevedono il diritto di recesso senza costi o penali in caso di variazioni contrattuali e di erogazione o fruizione dei servizi, sottolineando in particolare che TIM contempla fra le possibili cause anche le “esigenze tecniche” e i “mutamenti tecnici delle piattaforme di rete”; perciò TIM e gli operatori virtuali che sfruttano la sua rete dovranno informare i clienti sul loro diritto al recesso senza costi;
- l’AGCOM, infine, ritiene opportuno che TIM garantisca le risorse di spettro necessarie per il 2G per l’implementazione del servizio VoLTE, che consente di effettuare e ricevere le chiamate rimanendo su rete 4G.