Nel cuore dell’Artico norvegese, tra fondali di fiordi e montagne imbiancate, oltre 10 000 soldati provenienti da nove Paesi NATO hanno messo alla prova non soltanto la propria resistenza al gelo, ma anche la capacità di coordinarsi attraverso una rete di ultima generazione: un’infrastruttura 5G “tattica” allestita da Nokia per l’esercitazione biennale Joint Viking 2025. L’evento, svoltosi a Bardufoss dal 3 al 14 marzo, ha voluto verificare come la connettività commerciale possa diventare uno strumento strategico in operazioni militari reali, dove rapidità e resilienza delle comunicazioni decidono spesso l’esito di una missione.

Perché parlare di 5G “tattico”
A differenza di una normale rete pubblica 5G, la soluzione proposta da Nokia integra funzioni aggiuntive di sicurezza, crittografia end-to-end e la possibilità di operare in assenza di GPS (GNSS-denied), condizione ricorrente in teatri ostili dove il segnale satellitare può essere disturbato. Fulcro dell’architettura è la combinazione tra le radio AirScale e un 5G Standalone Core riconfigurato per la difesa: componenti più compatti (ridotto SWaP – size, weight, power) montati su mezzi tattici, con slice di rete dedicati a voce, dati sensibili e video in alta definizione proveniente dai droni.
Dati in tempo reale, decisioni più veloci
Secondo il Ministero della Difesa norvegese, la piattaforma ha fornito “intelligence di campo in tempo reale”, migliorando la situational awareness del comando con flussi video live, telemetrie dei sistemi d’arma e tracciamento delle unità amiche. Il risultato più tangibile è stata la riduzione del tempo di ingaggio: dai classici minuti dei sistemi legacy a pochi secondi, grazie alla latenza sub-10 ms garantita dal core 5G SA e dalle frequenze mid-band autorizzate per l’esercitazione.
Partnership locali: Lyse e Ice in prima linea
Dietro le quinte di Joint Viking si intravede una strategia industriale più ampia. Nokia ha infatti siglato con Lyse – gruppo energetico-telecom che controlla Altibox e Ice – un’alleanza per portare infrastrutture critiche all’interno delle Forze Armate norvegesi e, in prospettiva, dei soccorsi civili in scenari di catastrofe naturale. Il laboratorio di Ice ha già realizzato prototipi di mobile coverage extender basati su radio Nokia, capaci di espandere la copertura in movimento o in aree montane dove non esiste rete pubblica.
Il riconoscimento di Omdia e la corsa al private 5G
Non è un caso che, in parallelo alle prove artiche, l’analista Omdia abbia nominato Nokia “sole Champion” nel suo radar 2025 sul private 5G, citando proprio l’evoluzione della piattaforma verso edge computing e applicazioni mission-critical per industria e difesa. Il confine fra dual-use commerciale e militare si fa così sempre più labile: la stessa slice realizzata per l’officina di un porto può, con opportuni parametri di sicurezza, diventare la backbone di un comando tattico avanzato.
Cosa significa per la NATO (e per l’Europa)
Dal mio punto di vista, l’esperienza norvegese offre tre spunti chiave:
Sovranità tecnologica regionale. Affidarsi a fornitori europei per reti critiche riduce le dipendenze strategiche verso ecosistemi extra-UE. Interoperabilità oltre i confini. A marzo Nokia, Telia e le Forze di Difesa finlandesi hanno dimostrato il primo hand-over di slice 5G SA tra tre Stati nordici: un segnale che la federazione di reti private su scala NATO è tecnicamente possibile e politicamente auspicabile. Gemellaggio civile-militare. Le stesse funzionalità – bassa latenza, URLLC, network slicing – che abilitano robotica e Industria 4.0 trovano nel dominio difesa un banco di prova estremo; il ritorno di esperienza accelera l’innovazione anche nei settori civili.
Prossimi passi
Il percorso verso un 5G tattico pienamente dispiegabile non è privo di sfide: servono frequenze dedicate, certificazioni di sicurezza sovranazionali e, soprattutto, formazione del personale per gestire reti a pacchetto complesse in contesti altamente dinamici. Tuttavia, la rotta è tracciata. Il successo di Joint Viking 2025 indica che il paradigma “connect-everything” non è più confinato ai poligoni sperimentali, ma può accompagnare truppe in marcia fra i ghiacci o flotte navali in operazioni congiunte sull’Atlantico Settentrionale.