
Il 22 maggio 2025 Netomnia, in collaborazione con Adtran, ha inaugurato il Regno Unito con il suo primo servizio commerciale basato su tecnologia 50G-PON, segnando una pietra miliare nel panorama delle reti access in fibra ottica. Questa svolta non è solo un vanto tecnologico, ma anche un passo cruciale verso la realizzazione delle reti ultraveloci di nuova generazione, capaci di sostenere senza soluzione di continuità la crescita esponenziale di banda richiesta da aziende, pubbliche amministrazioni e utenti residenziali.
Dalla sperimentazione alla realtà commerciale
Per anni il settore ha oscillato fra promesse e field trial: prova su strada, prove di laboratorio, prototipi in siti pilota. Netomnia e Adtran, partner fin dal 2023 con la fornitura di sistemi 25G-PON, hanno dimostrato come la migrazione a 50G non sia un salto nell’ignoto, ma un naturale upgrade evolutivo. L’architettura 50G-PON si basa sullo stesso “passive optical network” già rodato, ma con multiplexing e modulazioni più avanzate, raddoppiando la capacità per utente finale e garantendo così download fino a 50 Gbps e upload fino a 10 Gbps reali.
Perché ora?
- Domanda di banda: applicazioni cloud-native, streaming UHD, metaverso, telemedicina con immagini 4K/8K analitiche in tempo reale;
- Efficienza degli operatori: con 50G-PON si riducono i costi per utente servito e si sfrutta meglio l’infrastruttura passiva esistente;
- Roadmap tecniche: vendor come Nokia e ZTE già propongono soluzioni 50G-PON sul mercato asiatico, ma è la prima volta che un ISP britannico offre un servizio commerciale aperto al grande pubblico (non solo demo o offerte limitate) (fonte: FTTH Council Europe, report 2024).
Il “cuore” della rete: i sistemi Adtran
Adtran ha fornito i suoi Optical Line Termination (OLT) basati su chipset M8000, in grado di gestire simultaneamente flussi da 25 Gbps e 50 Gbps su un’unica linea di distribuzione ottica. Questo garantisce flessibilità nell’upgrade “on-demand”, lasciando spazio a un coexistence con i già installati ONT/G da 10 e 25 Gbps. Sul fronte utente finale, l’ONU (Optical Network Unit) si evolve con moduli XGS-PON e 50G-PON incorporati, che resteranno retrocompatibili con i classici splitter.
Un deployment tutto “british”
La sperimentazione è partita a Manchester, dove Netomnia sta già fornendo connettività FTTH a migliaia di case. Con il supporto di Adtran, la copertura si estenderà in meno di sei mesi a Liverpool e Birmingham, sfruttando sia dorsali proprietarie che infrastrutture condivise con Openreach. Da un punto di vista operativo, il team Netomnia–Adtran ha studiato deployment ottimizzati per minimizzare i disservizi in attività cittadine e ridurre i cantieri, utilizzando tecniche di micro-scavo e co-routing con reti elettriche esistenti.
Cosa significa per gli utenti e le imprese
- Per le famiglie: connessioni che supportano in modo nativo più dispositivi UHD, gaming in cloud senza latenza, telelavoro in sincrono con strumenti di collaborazione avanzata.
- Per le PMI: backup automatici su cloud, videoconferenze ad altissima risoluzione, sorveglianza in streaming continuo senza interruzioni;
- Per l’industria 4.0: IoT su larga scala, sensori connessi in real-time, manutenzione predittiva basata su analytics in data center locali.
Integro un pensiero personale
A mio avviso, questa implementazione rappresenta più di un semplice balzo di velocità: è la pietra angolare di un ecosistema digitale resiliente e “green”. L’efficienza energetica portata dalla tecnologia passiva, unita al minor ingombro di armadi di strada, conferma che le reti del futuro non saranno solo più veloci ma anche più sostenibili. Nel panorama europeo, l’UK sembra indirizzato verso una leadership nell’adozione del 50G-PON, ma il vero successo si misurerà nella capacità di portare queste prestazioni anche in aree rurali, riducendo il digital divide.
