
Quando, alle prime luci del 22 maggio 2025, Building Digital UK (BDUK) ha annunciato la rescissione “di comune accordo” di due contratti Project Gigabit con FullFibre, molti esperti hanno drizzato le antenne. Parliamo di gare già assegnate – 34,1 milioni di sterline complessivi per collegare il Peak District e l’area di West Herefordshire–Forest of Dean – che avrebbero dovuto portare fibre luccicanti fin dentro i cottage più sperduti. Il dietrofront innesca domande pressanti sul modello con cui il Regno Unito sta tentando di colmare il digital divide rurale.
Che cos’è Project Gigabit (e perché conta)
Project Gigabit è il braccio operativo con cui il governo britannico punta a raggiungere l’85 % della popolazione con connettività gigabit entro il 2025, spingendosi oltre il 99 % a ridosso del 2030. A differenza dei rollout puramente commerciali, il programma concentra fondi pubblici per coprire “le ultime miglia” non redditizie, quelle che nessun operatore porterebbe a proprio rischio.
I contratti annullati nel dettaglio
I due lotti assegnati a FullFibre riguardavano 32 000 unità immobiliari tra Derbyshire e Herefordshire. Sulla carta, la rete doveva essere posata entro il 2028 sfruttando prevalentemente infrastrutture in PIA (Physical Infrastructure Access) e split ratio bassi per garantire upgrade oltre il multi-gigabit. Ora, con la rescissione, BDUK riaprirà le gare in tempi “il più rapidi possibile” per evitare che i villaggi restino ostaggio di un limbo digitale.
Perché FullFibre ha alzato bandiera bianca
Nessuna delle parti mette nero su bianco le cause. Dietro le quinte, però, si intrecciano almeno tre fattori: pressione sui costi di capitale (i tassi al 4 – 5 % mordono), scarsità di manodopera specializzata e incertezza sui ritorni di breve periodo in aree a bassa densità. Gli addetti ai lavori parlano anche di sinergie da post-fusione – FullFibre ha appena inglobato Zzoomm – che avrebbero spinto il management a potare i rami meno remunerativi.
Non è un caso isolato
FullFibre è soltanto l’ultimo altnet a sfilarsi: prima di lei Freedom Fibre aveva lasciato sul tavolo il contratto nel Cheshire, mentre altre micro-reti hanno chiesto “rilavorazioni” dei termini economici. In gergo macro-finanziario si chiama consolidation wave: il boom di fondi infrastrutturali 2020-2022 ha generato decine di player, ora alle prese con la dura legge dei flussi di cassa.
Cosa succede ai residenti rurali
Per le comunità del Peak District e della contea di Herefordshire il rischio è un ritardo secco di 12-18 mesi, salvo che BDUK non riesca a innestare un nuovo fornitore a tempo di record. Wessex Internet, per esempio, ha già dimostrato di saper prendere in mano lotti “orfani” in Dorset e Somerset, mantenendo le tempistiche originali.
Il punto di vista dell’ingegnere (il mio)
Da tecnico guardo alla faccenda con un misto di frustrazione e ottimismo. Frustrazione perché progettare dorsali FTTP in zone montuose – scavare sotto muretti a secco del XVIII secolo non è esattamente plug-and-play – costa circa 3 – 4 volte di più rispetto alle aree suburbane. Ottimismo perché, nonostante i passi falsi, il mercato UK ha imparato a fare rete condividendo condotti Openreach e dark fibre wholesale: quando i numeri non tornano al primo giro, un secondo bando ben calibrato spesso rimette in pista il progetto.
Implicazioni strategiche per Project Gigabit
Il governo potrebbe introdurre milestone di pagamento più ravvicinate, tagliando la necessità di finanziamento ponte per gli operatori minori. Un’altra leva è l’uso ibrido di fixed-wireless e fibra spenta: tecnologia non purista, certo, ma capace di ridurre l’OPEX in territori come la High Peak Valley. Infine, va ripensato il criterio “winner-takes-all” nei lotti: spezzare i bacini in sub-cluster lascerebbe margini di manovra se un provider si tira indietro.
Conclusione
Il ritiro di FullFibre è un warning, non una condanna. Project Gigabit resta la rotta ma deve affinare gli strumenti: più resilienza contrattuale, incentivi mirati e un ecosistema dove grandi telco e altnet trovino un equilibrio sostenibile. Solo così la promessa del gigabit “ovunque” eviterà di trasformarsi nell’ennesima Cenerentola digitale.