E' una delle discussioni più interessanti tra quelle di WW. Chiedi, caro hhc, di fornirti le motivazioni. Ti rivolgi a coloro che sono più giovani di te. Non ho ancora compiuto 31 anni e credo di avere - in parte - i titoli per rispodere. In parte, perchè i quindicenni di oggi sono diversi dai trentenni e perchè tra noi e i quindicenni esiste un divario molto più ampio rispetto a quello esistente tra noi e i quarantacinquenni... ho la sensazione, in altre parole, che il continuo mutamento della società che da sempre esiste abbia preso da circa 150 anni un accelerazione via via progressiva... ti posso allora parlare dei miei coetanei, ma mi riesce già difficile parlare dei ragazzini. Io questi ragazzini li visito ogni giorno e ti assicuro che sono molto diversi da ciò che erano i miei amici a quell'età. Ho soltanto in parte i titoli per rispondere poichè io non sono 'sui social'. E anche questa cosa ha mille ragioni: una sorta di naturale anticonformismo, un anticonformismo - bada bene - che non ho mai perseguito... un anticonformismo che è insito - e non è per forza di cose una qualità positiva - nella mia natura e da cui ho l'impossibilità a sottrarmi; l'orrore per questo genere di comportamenti; la presenza di troppi altri interessi; la mancanza di tempo da dedicare a cose del genere. Ecco, ti parlerò dei trentenni. Anche a me colpisce molto questa smania... ed è tante cose assieme: non solo il bisogno umano, violento ed incoercibile, all'omologazione... ma anche una dose di narcisismo; ma anche l'incapacità a concentrarsi se non su se stessi; ma anche l'assenza di altri interessi; ma anche la promozione di se stessi. Sì, è anche un modo per promuovere se stessi, una operazione che inizia da un accurata cernita delle fotografie da mostrare. Un tentativo di promozione simile alle signore in vetrina in un famoso quartiere di Amsterdam, ma più patetito e più drammatico ... e sai perchè? Perchè spesso fine a se stesso, non in grado di produrre i risultati sperati. E in tutto questo c'entra anche la televisione che assieme ad internet è tra le cose che più hanno modificato i nostri comportamenti negli ultimi decenni. Esiste nell'uomo da sempre - la biologia prepotentemente lo spinge in tale direzione - il tentativo di immaginare, costruire, anelare a modelli lontani dalla realtà. Tu pensa alle sculture di quella che è stata la più grande cultura del passato, la cultura greca: uomini e donne bellissimi. Nè te, nè io, nè mercurio, nè winston vi assomigliamo. L'uomo, cioè, è vittima di una spinta coatta a costruire modelli ideali e di rara realizzazione. Tali modelli a lungo sono stati proposti a un pubblico ristretto... ad un certo punto la televisione e successivamente anche internet hanno iniziato a veicolare ideali di... (leggasi bellezza, famiglia, vita, ecc...) ed è iniziato una sorta di bombardamento. Nasce così una profonda frustrazione, data dalla non aderenza a quei modelli. Nasce una infelicità che è frutto di una fuga dalla realtà. Nasce una disperazione che deriva dall'impossibilità a ricomporre quella dicotomia che esiste tra realtà e narrativa. Ed i social sono anche la moderna narrativa, nell'ambito della quale ognuno propone e promuove un sè ideale col quale ingannare gli altri e, prima ancora degli altri, se stesso. Ed è anche livellamento sociale. Perch non credere che la plebaglia abbia comportamenti diversi rispetto alla classe ricca e/o istruita. Io li vedo, le vedo, i miei coetanei e le mie coetanee... molto spesso miei colleghi, medici. E così pure magistrati, ingegneri, insegnanti... scrivere cose ad effetto, mostare alcune cose e celarne altre, pubbicare continuamente foto di sè. Donne, ma anche umoni, che dopo il liceo hanno studiato per 12 anni... persone che provengono da famiglie nelle quale entrano anche ventimila euro al mese... e come loro chi non ha studiato, chi ha pochi soldi... comportamenti trasversali... scattarsi decine di foto al giorno col cellulare. L'avreste immaginato 15 anni fa che sarebbe giunta un'epoca in cui persone avrebbero scattate a se stesse decine di foto ogni giorno? Le avreste giudicate sane? E poi scegliere quelle attraverso le quali proporre il proprio racconto, in una disperata fuga dalla realtà. Ammiro enormemente chi ha intuito ciò e ne ha fatto un business. Hanno compreso - prima di me, caro hhc, più di me - la vera essenza della natura umana. Già, la natura umana... C'è scritto a chiusura di Angels in America, uno dei più importanti lavori teatrali degli ultimi decenni: <<...niente è perduto per sempre. In questo mondo c’è una specie di doloroso progresso. Nostalgia per quello che abbiamo lasciato dietro di noi e sogno del futuro. Il mondo che avanza>>.