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Un Paese devastato e devastante

Windisti
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Sarà che sono pessimista, ma considero oramai l'Italia un Paese devastato e devastante. Potrei fare decine di esempi, ma siamo su un sito di telefonia e voglio mantenermi in tema. Dopo oltre 11 anni, causa continui rialzi, decido di abbandonare Infostrada e passo, due mesi fa, a Tiscali. Un venerdì all'improvviso resto senza voce e dati, chiamo Infostrada e aprono la pratica per guasto. Il lunedì scopro che, senza avviso, sono passato il venerdì a Tiscali e il vecchio operatore non lo sapeva. Resto 12 giorni senza voce e dati. Decido di rientrare in Infostrada. Oggi all'improvviso senza voce e dati. Sono ritornato ad Infostrada e di nuovo non sono stato informato dell'avvenuto passaggio, di nuovo il pasaggio è avvenuto di venerdì, di nuovo sono senza voce e dati. E chissà che io non resti 12 giorni senza linea. E' un Paese normale?
 
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giovax

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no, ma non c'era bisogno di fare questo esempio per spiegarlo :)
il fatto che fittiziamente esiste una cd Unione Europea ha di fatto mascherato il continuo processo di devoluzione economico sociale ancora mascherato da un decente benessere sociale.
E non vedo quale possa essere la visione ottimistica della situazione: che può ancora andare peggio (?).
 
Windisti
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Io penso che alla base di tutto c'è una sorta di analfabetismo culturale, da cui poi derivano i guasti di cui parliamo. Ho voluto raccontare due banali episodi che, però, la dicono lunga circa la direzione verso la quale ci siamo incamminati.
 
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Non fate la domanda su cosa può andare ancora peggio, perché Murphy vi risponderebbe, con uno degli innumerevoli postulati, che "c'è sempre qualcosa che può andare peggio".
Che unito al teorema principale "se qualcosa può andare male, lo farà" ne deriva la legge del pessimismo cosmico "tutto andrà sempre peggio"... :lol:
 
Windisti
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michelerossi ha detto:
Io penso che alla base di tutto c'è una sorta di analfabetismo culturale, da cui poi derivano i guasti di cui parliamo. Ho voluto raccontare due banali episodi che, però, la dicono lunga circa la direzione verso la quale ci siamo incamminati.

Non posso che essere d'accordo con te, Michè, sia come cittadino sia come insegnante.
Purtroppo è vero: avere cultura (nel senso pieno e consapevole del termine) non è considerato come un valore aggiunto, anzi nemmeno come qualcosa che veramente "serve" alla persona.
È chiaro che detta così, la mia affermazione può sembrare generalizzata, infatti è più una direzione, un trend insomma, verso cui stiamo andando.
La cultura e l'istruzione (ma questo ultimo termine, potrebbe essere considerato desueto) non pagano, o pagano poco.
Questa è la sensazione che vivono i ragazzi di oggi.
E chi invece ci crede nella cultura, se ne va. E forse del tutto non mi sento di biasimarlo.
Ma perché non ci riesce rimboccarci le maniche ed invertire questo maledetto trend!??
 
Windisti
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giovax ha detto:
perché l'italiano è cicala, e non formica.

D'accordo, d'accordo, ma com'è possibile che difronte a tutti questi svantaggi (passami il termine), gli e ci convenga rimanere formica?
Eccellenze, o comunque cose positive ci sono, perché ognuno di noi, nella propria quotidianità non ci prova?
Basta poco: a chi si vanta di non rispettare il codice della strada, diciamogli che è un coglione, non un macho da imitare, né uno furbo né tanto meno intelligente. Anzi, iniziamo noi ripeto.
Ecco questo ci manca: invece di sbandierare e lodare chi fa il furbo, chi la fa franca, anche pubblicamente, iniziamo a creare un modello positivo, controbattendo in maniera intelligente (basterebbe poco eh, non un progetto da piano sovietico quinquennale!) che è socialmente dannoso, da ignoranti e da a-culturati. Tutto qua.
 

hhc

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si ma finché chi risolve i problemi gli dicono bravo, (quando va bene) con una pacca sulla spalla, mentre chi è amico degli amici prende soldi e/o aumenta il suo potere solo con le chiacchiere, penso che l'Italia non abbia un gran futuro (purtroppo)......
 
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giovax

Guest
mercurio ha detto:
Ecco questo ci manca: invece di sbandierare e lodare chi fa il furbo, chi la fa franca, anche pubblicamente, iniziamo a creare un modello positivo, controbattendo in maniera intelligente (basterebbe poco eh, non un progetto da piano sovietico quinquennale!) che è socialmente dannoso, da ignoranti e da a-culturati. Tutto qua.

Ti tolgo l'ultima goccia di ottimismo? :p
Se la percentuale dei furbi e degli adulatori dei furbi fosse minimale il problema si potrebbe risolvere con una ri-educazione, anche forzosa; la realtà vuole che questa percentuale sia abbondamente elevata, perché di fronte alla minima possibilità di un tornaconto personale, ciascuno tenta di fare la furbata.
Per non parlare poi dell'adulazione di milioni di persone verso molte figure politiche (di ogni colore), che sono l'emblema della furberia.
Difficile pensare che un cambiamento così importante possa partire dall'interno....
 
Windisti
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Mah, toglietemela pure se vi fa tanto piacere. ;) Si continuerà a non ottenere nulla. Ah certo anche a lasciarmela, la situazione effettivamente non migliora. :p Mi state facendo passare quasi per un illuso o per una persona che non vuole vedere la realtà, ma non è così! :)
Può sembrarvi strano, ma ancora (vivaddio!) la scuola è un ottimo punto di osservazione della società. Non che mi ritenga un esperto, ma credo di sapere osservare, visto che fa parte del mio lavoro.
Comunque, e concludo, proprio (e anche) partendo dal fatto che anche voi lo notate e siete contro questo modus vivendi, non fate altro che dare ragione a michelerossi e a me: è una questione di cultura, di istruzione e di educazione. Basta "solo" investirci. :bye:
 
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Io non posso credere che un'operazione così semplice come il passaggio da un gestore ad un altro si tramuti ogni volta nello stesso straziante percorso. E allora ecco che tiro in ballo l'analfabetismo.

Io per analfabetismo intendo una condizione ontologica che trascende le specifiche forme di analfabetismo. E' un analfabetismo che diventa, di volta in volta, analfabetismo culturale, analfabetismo morale, analfabetismo sociale, analfabetismo affettivo. E' il trionfo del pressapochismo, della superficialità, del menefreghismo, della stupidità. E' assenza di visione, è mancanza di lungimiranza: è la più tragica forma di cecità.
 

hhc

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michelerossi ha detto:
Io non posso credere che un'operazione così semplice come il passaggio da un gestore ad un altro si tramuti ogni volta nello stesso straziante percorso. E allora ecco che tiro in ballo l'analfabetismo.

Io per analfabetismo intendo una condizione ontologica che trascende le specifiche forme di analfabetismo. E' un analfabetismo che diventa, di volta in volta, analfabetismo culturale, analfabetismo morale, analfabetismo sociale, analfabetismo affettivo. E' il trionfo del pressapochismo, della superficialità, del menefreghismo, della stupidità. E' assenza di visione, è mancanza di lungimiranza: è la più tragica forma di cecità.

condivido tutto. purtroppo..:cry:
 
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Altrove c'è chi ha detto che è esagerato parlare di Paese devastato e devastante, che non è la Siria... io semplicemente intendo dire che se anche cose così semplici diventano complicate e causano stress e problemi all'interessato, non c'è da stupirsi che anche tante altre cose funzionino male.
 
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Secondo me è una questione più ampia di sola cultura e istruzione, diciamo che in questo periodo storico l'uomo sta mettendo in discussione la maniera in cui è vissuto dai Sumeri fino ad oggi, ovvero società perlopiù militari, istituzioni religiose con forte potere, la divisione in classi sociali ecc.

Il fatto che questo modo di vivere stia tramontando, può essere positivo per "ricominciare" con nuovi modelli di sviluppo, oppure negativo portando ad un disorientamento generale e al nichilismo, e quindi alla più facile presa di potere da parte di personaggi che fanno credere di avere tutte le soluzioni in mano.

Sembra che si stia andando verso la seconda opzione, ma speriamo che si inizi a migliorare.
 
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michelerossi ha detto:
Altrove c'è chi ha detto che è esagerato parlare di Paese devastato e devastante, che non è la Siria... io semplicemente intendo dire che se anche cose così semplici diventano complicate e causano stress e problemi all'interessato, non c'è da stupirsi che anche tante altre cose funzionino male.

Ecco, io ti avrei risposto anche così.
Ma soprattutto domando: siete proprio sicuri sicuri sicuri che altrove le cose vanno tanto tanto meglio?
Io conosco italiani che lavorano all'estero. Ovviamente stanno meglio là, condizioni economiche migliori, trovano lavoro, non serve aggiungere altro.
Però in quanto ad efficienza di funzionamento delle cose, beh... non so le percentuali, ma le cose non funzionano nemmeno là a volte.
Non dico in Germania, ma negli USA vi potrei riportare un sacco di messaggi che ci si scambia su whatsapp sul fatto che le cose sono difficili da far funzionare bene anche là,, la burocrazia è alle stelle anche là, gli sprechi ci sono anche là, come in Italia.... il pressapochismo esiste anche là, seppure sotto una forma diversa da quella di "analfabetismo culturale" come è qua, perchè là l'analfabetismo culturale è sistema. Là ti insegnano bene una o due cose, ma il farsi una cultura generale come fa la scuola italiana, non è proprio concepito.
L'unica differenza è che gli USA si vendono benissimo come il più grande paese al mondo, dal èpunto di vista economico (questo è vero) e culturale (questa invece è una delle più grosse bufale di sempre) e guardate che il marketing funziona bene anche per queste cose.

Noi non ci crediamo, nè per l'aspetto che sottolineava Mercurio, nè per questo. Di solito gli americani morirebbero pur di dire che il loro è un paese pieno di difetti anche macroscopici, piuttosto ti dicono che sono una grande democrazia ed un grande paese.
Noi no, un italiano piuttosto che dire che qui qualcosa funziona, si taglierebbe una mano... ed ovviamente loda il furbo di turno che aggira gli ostacoli come gli torna meglio.

Secondo me sono entrambe le cose, che non vanno... ;)
 
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Devo dare ragione a Winston... l'erba del vicino è sempre più verde. A parte che concordo sugli Stati Uniti e penso che vivere in Europa sia un privilegio (a marzo 2015 sono stato una settimana a San Francisco per una conferenza e ne ho tratto una impressione molto negativa e ho conosciuto l'America evoluta, diciamo così...figuriamoci!). Ma anche altrove in Europa non è che le cose siano migliori. C'è un mio collega, specializzato in chirurgia generale che dopo 13 anni di studio universitario e post-universitario, stentando a trovare lavoro qui, è andato in Francia e sta vivendo una esperienza molto amara e deludente. Così come chi va a Londra, se è senza nè arte nè parte, finisce a fare cappuccini. Vogliamo allora dire che quest'analfabetismo interpretativo (l'incapacità a interpretare la realtà e a pensare/dire/fare la cosa giusta) sia qualcosa di universale? Beh, possiamo dirlo. Però sono anche convinto che ci sono posti dove le cose vanno meglio e posti dove vanno peggio.
 
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giovax

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lasciamo perdere gli USA, sono la contraddizione di se stessi e il loro marketing dell'era della guerra fredda fa arrivare solo le "immagini" positive.
 
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Albemix

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Ormai l'Italia sta facendo la muffa, anno dopo anno. Siamo in un bel Paese ma gestito molto male, in primis da alcuni cittadini, multinazionali ecc... . Lavoro, sanità, sicurezza sono un optional e intanto anno dopo anno continua tutto ad aumentare impoverendo sempre di più le persone. Altro non aggiungo, i fatti sono sotto all'occhio di tutti (per chi vuole vedere).

Saeuti

Albemix
 
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Due brevi note dal diario su un Paese malconcio.

La prima: il passaggio da un gestore all'altro. Ieri richiamo il 155 poichè sono ancora senza voce e dati. Mi tocca di nuovo spiegare tutto daccapo e mi viene detto che venerdì non è stata aperta la pratica di guasto. Ma come - dico - ho anche il numero di pratica?! Risposta: la pratica non esiste e la prego di non usare quel tono seccato, perchè seccata sono io.

La seconda: la fragilità del nostro Paese. Ieri dovevo prendere parte ad una tavola rotonda a Roma. Salgo sul treno per Roma e dopo 40 secondi dalla partenza, vengo avvisato che l'evento è stato annullato (sì, ho fatto avanti e indietro...:wall:), poichè la sede era stata sgomberata e la città era in tilt (reti telefoniche ko, linee metro chiuse, ecc...). In tilt?! Per delle scosse che, per quanto forti a Roma, non hanno prodotto danni? Ma stiamo scherzando?! In tilt ci deve stare quella parte di Centro Italia che è epicentro di scosse fortissime ed è per giunta pure flagellata dal gelo.
 
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