Winston Smith ha detto:
Difficile che il roaming possa aiutare a sistemare situazioni di emergenza di questo tipo, salvo che non colpisca di più un gestore di un altro...
Vodafone paga il fatto di avere tantissimi clienti in Veneto, tutto qui...
Se nel 2000 è stato attivato il roaming nazionale "d'emergenza" tra tutti i gestori, è perché in Valle d'Aosta molte BTS erano state spazzate via dalle frane o sommerse dall'acqua, mentre quelle funzionanti erano sovraccariche, visti i picchi di traffico che si registrano durante le calamità naturali.
Appunto Winston, se in Veneto Vodafone ha una rete sottodimensionata, come del resto potrebbe averla qualsiasi gestore in altre parti d'Italia, il roaming nazionale potrebbe ridurre i disagi, distribuendo i clienti (e quindi il traffico telefonico) tra i vari operatori. Si tratterebbe naturalmente di un provvedimento eccezionale, da porre in essere solo in casi di calamità naturale e per il tempo strettamente necessario a ripristinare il regolare funzionamento delle reti. Nel 2000 questa strategia ha permesso ai soccorritori e ai cittadini di usare il cellulare anche laddove erano operative le BTS di un unico gestore. Quindi mi sembra una possibilità da considerare con attenzione.
Winston Smith ha detto:
il fatto di portare dei carrati potrebbe risolvere, ma questo vuol dire che tutti i gestori dovrebbero fare piani di emergenza per situazioni di questo tipo, prevedendo di mantenere del materiale da usare solo in situazioni particolari, e poi fare dei piani per spostare questo materiale in poco tempo, piazzarlo da qualche parte, metterlo in funzione, etc etc...
Sono cose che costano, e credo i gestori le farebbero solo se obbligati per legge...
Quanto ai carrati, durante eventi come concerti, fiere, ecc., molti gestori collocano BTS mobili provvisorie per soddisfare le accresciute esigenze di traffico, quindi significa che antenne supplementari per simili esigenze rientrano tra gli assets di rete degli operatori. Inoltre, nessuno si aspetta che le compagnie telefoniche garantiscano le comunicazioni d'emergenza per ragioni "umanitarie", ma per scopi di profitto, sì! Se le BTS non sono operative, gli operatori non guadagnano, ricordiamocelo sempre. In ultima analisi, guardando ai costi-benefici, penso che un gestore non abbia che da guadagnarci a collocare qualche carrato laddove si registrino criticità. A L'Aquila cosa hanno fatto nelle ore successive al sisma? Molte linee fisse erano interrotte, causa distruzione delle centrali o degli stessi cavi, mentre i cellulari, seppure con qualche interruzione, hanno funzionato. Mi ricordo che un giornalista Mediaset ha intervistato via cellulare, durante un TG, un corrispondente dall'Aquila sei, sette ore dopo il terremoto: la linea cadeva spesso, ma puntualmente veniva ripristinata. In quell'occasione Wind e Vodafone, del resto, hanno emesso un comunicato in cui rassicuravano la clientela circa il regolare funzionamento del servizio.
Wind, partecipe anche del Comitato della Protezione Civile, per fronteggiare l'emergenza terremoto che si è venuta a creare in queste ore ha inviato cinque unità mobili di supporto alla rete per garantire i servizi di comunicazione nel territorio dove si stanno concentrando soccorsi e persone.
Inoltre, date le oggettive difficoltà di reperire ricariche telefoniche, ha provveduto ad accreditare 5 euro di traffico gratuito ai propri clienti nelle zone del terremoto per assicurare i contatti con familiari, amici e servizi di assistenza.
Lo sottolinea in una nota l’operatore telefonico, che "ha garantito le comunicazioni senza alcuna interruzione e continua a rafforzare la copertura del territorio attraverso cinque unità mobili e sei gruppi elettrogeni d'emergenza inviati nella zona a disposizione della Protezione Civile per garantire i servizi di comunicazione nei punti di maggiore concentrazione.
Fonte:
http://www.telefonino.net/Wind/Notizie/n21196/Wind-accredita-5-euro-zone-terremoto.html
Gruppi elettrogeni, carrati, ecc: tutto si può fare, basta un po' di... buona volontà. Ricordiamoci che, parafrasando Mario Lopez degli spot Telecom degli anni Novanta, una telefonata salva (o allunga) la vita.