
Negli ultimi mesi, Eutelsat, storica azienda francese del settore satellitare, ha acceso i riflettori su di sé annunciando trattative per raccogliere 1,5 miliardi di euro destinati all’espansione della propria costellazione Low Earth Orbit (LEO) attraverso il marchio OneWeb. Questa mossa non è casuale: da un lato risponde alla crescente esigenza europea di ridurre la dipendenza da Starlink, dall’altro è parte di un piano più ampio di riallineamento strategico che pone l’accento sul mercato LEO, che sta conoscendo una crescita esponenziale. Mobile World LiveReuters
L’esigenza di capitalizzare sull’orbita bassa si è resa ancora più stringente con i recenti mutamenti geopolitici: basti pensare alle tensioni legate alla Russia e all’Ucraina, che hanno fatto riflettere i governi europei sull’opportunità di affidarsi a infrastrutture satellitari di proprietà e localizzate nel Vecchio Continente. La leadership di Elon Musk con Starlink è indiscussa, ma le indiscrezioni che volevano un possibile “spegnimento” del servizio in Ucraina hanno suscitato diffidenza (soprattutto dopo alcune dichiarazioni del CEO di SpaceX), spingendo Bruxelles e capitali europei a guardarsi intorno. In questo scenario, Eutelsat si staglia come alternativa strategica che possa garantire continuità operativa e sicurezza nazionale. WSJReuters
Perché 1,5 miliardi e a quali sfide risponde
Nel corso del Q3 fiscale, conclusosi il 31 marzo 2025, Eutelsat ha registrato ricavi complessivi pari a 300 milioni di euro, in calo dell’1,9 % su base annua, principalmente a causa del rallentamento del business geostazionario (GEO) e del mercato video, oramai saturo e competitivo con le piattaforme streaming. Anche le vendite di connettività fissa, pur in lieve aumento (+0,8 % a 59,7 milioni €), convivono con condizioni complicate sul fronte consumer in Europa, mentre i ricavi da connettività mobile sono diminuiti del 2,7 % attestandosi a 39,7 milioni € SpaceNews. Questa situazione rende evidente che il segmento GEO, un tempo pilastro del modello Eutelsat, non è più sufficiente a garantire una crescita sostenibile.
Da qui nasce la necessità di riposizionarsi: investire massicciamente nello sviluppo di una costellazione LEO più ampia e performante, capace di offrire latenza molto ridotta e copertura globale, caratteristiche imprescindibili per attrarre tanto clienti governativi quanto business del segmento enterprise. Secondo il CFO Christophe Caudrelier, le trattative con potenziali investitori mirano a coprire le spese di “replenishment” della flotta OneWeb, che dovrebbero aggirarsi intorno a 2,2 miliardi di euro entro la fine del decennio SpaceNewsReuters. Eutelsat ha già siglato un ordine per 100 nuovi satelliti con Airbus, con lancio previsto dalla fine del 2026 in poi, ma serve un ulteriore apporto di capitale per evitare scompensi di cassa e garantire un’espansione senza interruzioni.
Un’investimento di 1,5 miliardi di euro si inserisce quindi in un quadro finanziario dove la società deve contemporaneamente:
- Ristrutturare la presenza in orbita geostazionaria, riducendo i rischi legati ai servizi tradizionali;
- Supportare la fase di crescita rapida del segmento LEO, che richiede risorse per la produzione, lancio e operatività di nuovi satelliti;
- Contribuire, con circa 2 miliardi di euro, alla quota parte riservata a Eutelsat nel progetto IRIS² (la costellazione pubblica/privata europea che mira a essere operativa entro fine decennio) Reuters;
- Far fronte al crescente interesse di governi e grandi imprese, desiderosi di una connettività satellitare più resiliente e “sovereign”, cioè indipendente da provider americani o cinesi.
Contestualizzazione e trend di mercato
Il contesto globale vede una competizione serrata: oltre a Starlink (SpaceX), c’è Amazon con il suo progetto Kuiper e diversi player cinesi (come China Satcom). Le analisi del Wall Street Journal rilevano che OneWeb, pur contando già oltre 1.000 terminali operativi in Ucraina (contro i 50.000 di Starlink), è più costosa e faticosa da dispiegare, dato il maggior ingombro dei terminali e l’assenza di una rete autonomamente lanciata (OneWeb dipende ancora da SpaceX e da partner di lancio tradizionali) WSJ. In questo frangente, la strategia di Eutelsat punta a coniugare le sinergie di produzione con Airbus e a spingere l’adozione presso enti governativi europei, italiani in primis, dove si sono raffreddate alcune trattative con Starlink per questioni di sicurezza e policy.
La Borsa ha reagito con entusiasmo: a inizio marzo 2025 le azioni Eutelsat hanno registrato un’impennata del 120 % in una singola seduta, giungendo a un +554 % in tre giorni, trainate dall’ottimismo per il “rearm” europeo e dal timore di affidarsi a un monopolista straniero per infrastrutture strategiche Cinco Días. Tuttavia, non va sottovalutata la struttura patrimoniale: alla fine del 2024, la società mostrava un debito significativo e perdite operative che sollevano dubbi sulla sostenibilità del rally speculativo in assenza di una solida roadmap finanziaria.
Proprio per questo, Eutelsat cerca non solo fondi privati, ma anche il supporto di agenzie di credito all’esportazione e istituzioni pubbliche, nella speranza di far leva sul progetto IRIS², che potrebbe beneficiare di co-finanziamenti comunitari. A questo proposito, il passaggio di testimone al vertice – con la nomina di Jean-François Fallacher (ex dirigente Orange Francia) come nuovo CEO a giugno – è un chiaro segnale di volontà di rafforzare l’approccio business-oriented e le relazioni con Bruxelles e Parigi. SpaceNewsReuters
Considerazioni tecniche e operative
Sul fronte tecnico, l’implementazione di una costellazione LEO di medie dimensioni richiede di considerare parametri molto diversi rispetto al GEO:
- Latenza e throughput: un satellite LEO orbita a 600-1.200 km di quota, garantendo latenze dell’ordine di 30-50 ms, cruciali per applicazioni real time e servizi mission-critical (es. telecomunicazioni militari, reti 5G integrate, telemedicina).
- Copertura globale e ridondanza: contrariamente ai pochi “giganti” GEO in orbita a 36.000 km, una costellazione LEO necessita di centinaia di unità per assicurare copertura continua; di conseguenza, la manutenzione e il “rimpiazzo” (replenishment) dei satelliti diventa un fattore cardine di sostenibilità operativa e finanziaria.
- Compatibilità 5G e integrazione con reti terrestri: il test di Eutelsat su connessione 5G via OneWeb dimostra come la convergenza tra reti satellitari e terrestri sia oggi una realtà sempre più concreta, con scenari applicativi che includono IoT, Smart City, monitoraggio ambientale e servizi navali. SpaceNews
- Sicurezza e cifratura: per convincere i governi europei a scegliere OneWeb/Eutelsat sulla concorrenza, è fondamentale offrire soluzioni end-to-end crittografate, oltre a garanzie di “data sovereignty” e hosting europeo dei dati sensibili.
Per tutto questo, i 100 satelliti ordinati ad Airbus saranno dotati di payload avanzati in Ka e Ku band, antenne a fasci direzionali (beamforming), e processori on-board per l’instradamento dinamico del traffico (software-defined satellite). Il progetto IRIS², invece, punta a una costellazione di circa 290 satelliti, con sovrapposizioni parziali a quella di OneWeb, per offrire servizi di emergenza, banda larga e IoT in ambito civile e governativo. A regime, si ragiona su un’evoluzione hardware e software che potrebbe inglobare comunicazioni quantistiche tra satelliti, sostenuta da investimenti comunitari stimati in oltre 10 miliardi di euro per l’intero programma. Reuters