
Il regolatore francese delle comunicazioni elettroniche, ARCEP, ha compiuto un altro passo decisivo verso l’apertura della banda 3,8-4,2 GHz ai protagonisti dell’industria e della logistica che vogliono costruire reti 5G private di prossima generazione. Con la pubblicazione, il 2 giugno 2025, di due bozze di decisione – una sulle modalità di assegnazione e l’altra sulle condizioni tecniche di utilizzo – l’autorità entra nella fase finale di un percorso iniziato tre anni fa con le prime finestre di prova nelle frequenze 3,8-4,0 GHz. en.arcep.fr
La mossa arriva pochi mesi dopo la “seconda consultazione” descritta da Telecompaper, che ha raccolto decine di contributi da imprese, associazioni industriali e operatori mobili sul miglior modo di coniugare esigenze locali e tutela dei servizi satellitari co-esistenti. telecompaper.com Rispetto alla consultazione del luglio 2024, centrata soprattutto sugli scenari d’uso, il nuovo documento scende nel dettaglio di potenze, canalizzazioni e obblighi di coordinamento con le stazioni satellitari FSS: un equilibrio per nulla banale, se si considera che i gateway VSAT nazionali operano appena al di sopra dei 4,0 GHz. en.arcep.frrcrwireless.com
Secondo la bozza di ARCEP, le licenze saranno rilasciate a livello locale, con blocchi da 50 MHz e durata rinnovabile di dieci anni. Le imprese potranno richiedere più blocchi contigui, entro il tetto di 100 MHz per sito. Il modello di autorizzazione è “first come, first served”, ma con un meccanismo di coordinamento ex-ante: se due richiedenti vogliono la stessa porzione di spettro nella medesima zona, ARCEP avvierà un procedimento rapido di comparazione, privilegiando il progetto che dimostri maggiore maturità industriale e impatto socio-economico. A valle dell’assegnazione, il titolare dovrà mettere in servizio almeno una cella 5G entro dodici mesi, pena la decadenza parziale. en.arcep.fr
Chi ha seguito le sperimentazioni francesi sa che la domanda potenziale esiste: tra marzo 2022 e dicembre 2024 sono stati concessi 81 permessi di prova su 3,8-4,0 GHz a fabbriche, porti, campus universitari e ospedali, con use-case che vanno dal controllo in tempo reale di robot AGV alle reti di sensori per la manutenzione predittiva dei reattori nucleari. en.arcep.fr Il salto di qualità dell’assegnazione definitiva permetterà di abbandonare la logica “trial” a breve termine e di pianificare investimenti in infrastrutture core-edge davvero resilienti, magari integrando funzioni di network slicing e orchestration in cloud privato.
A livello europeo, la Francia si colloca fra i Paesi più avanti: la Germania ha già aperto la banda 3,7-3,8 GHz dal 2020, raccogliendo oltre 300 domande; il Regno Unito ha scelto la 3,8-4,2 GHz ma con un limite di potenza più restrittivo; l’Italia, invece, continua a discutere sul refarming della porzione 3,7-3,8 GHz per usi locali. Se Parigi riuscirà a mantenere il calendario, le prime licenze locali potrebbero arrivare entro l’ultima parte del 2025, cioè in tempo per quei progetti Industria 4.0 legati ai fondi del PNRR francese. rcrwireless.com
Personalmente trovo interessante la scelta di non prevedere, almeno in questa fase, un canone annuale proporzionale alla superficie coperta, come avviene in Germania. ARCEP punta piuttosto a un diritto d’uso amministrativo “light”, basato su copertura reale e non sulla mera estensione geografica. In teoria questo riduce la barriera d’ingresso per PMI e campus universitari, ma resta da capire se il mercato francese seguirà l’esempio tedesco – dove Siemens, BASF e VW hanno optato per la propria rete – o se preferirà il modello di partnership con gli operatori mobili tradizionali, che già presidiano la banda 3,4-3,8 GHz con il 5G pubblico.
In ogni caso, l’assegnazione della 3,8-4,2 GHz rappresenta il tassello mancante per uno scenario 5G stand-alone realmente “tailor-made”: latenza di pochi millisecondi, slicing dedicato per la sicurezza e un controllo diretto delle policy QoS, senza dipendere dalle priorità di rete di un operatore nazionale. Chi opera un impianto chimico Seveso o un hub logistico just-in-time sa quanto conti avere la leva della connettività end-to-end nel proprio perimetro OT/IT.