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Tech

Vodafone porta Breathe London: rete IoT per l’aria più pulita

redazione
Ultimo aggiornamento: 11/07/2025
redazione
5 Minuti di lettura
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Chi avrebbe mai detto che uno dei migliori alleati contro l’inquinamento atmosferico sarebbe stata la stessa infrastruttura che ci permette di telefonare? È la scommessa – già in fase di attuazione – di Vodafone, chiamata dal Mayor of London a guidare il prossimo quadriennio del programma Breathe London, la rete di monitoraggio hyper-locale che dal 2018 raccoglie, calibra e pubblica in tempo reale i dati sulla qualità dell’aria nella capitale britannica. totaltele.com

Contents
Da 146 sensori in su – con la potenza della connettivitàPiù dati, più precisi, più utiliFinanziamento pubblico-privato da 2,8 milioni di sterlineCosa ci guadagna Vodafone?Un commento personaleProssimi passi

Da 146 sensori in su – con la potenza della connettività

Il nuovo consorzio, coordinato dall’operatore insieme a Global Action Plan, Airly, Ricardo, Scotswolds, Cambridge Environmental Research Consultants (CERC) e University of Cambridge, prenderà in carico i 146 siti esistenti, espandendoli grazie alla connettività IoT globale di Vodafone e all’aiuto dei partner infrastrutturali Ontix e SRL. I tecnici stanno già valutando lampioni, pensiline e facciate di negozi in zone ad alto traffico per montare ulteriori nodi, sfruttando energia e backhaul delle celle mobili senza dover tirare nuovi cavi. vodafone.co.uk

Questo approccio riduce i costi di deployment e, soprattutto, permette di distribuire sensori dove i residenti ne sentono maggiormente il bisogno: scuole, ospedali, mercati di quartiere. Una logica “bottom-up” che l’ex pilot di Glasgow – primo in Europa a usare le stazioni base come pali sensore – ha già dimostrato pratica e scalabile. vodafone.co.uk

Più dati, più precisi, più utili

La novità non è solo quantitativa. Ogni dispositivo Airly misura in continuo NO₂, PM₂.₅, PM₁₀, ozono e temperatura/umidità, ma l’algoritmo di calibrazione sviluppato da University of Cambridge e Ricardo rielabora i flussi grezzi confrontandoli con le stazioni di riferimento DEFRA, restituendo mappe “street-level” con accuratezza scientifica. The Fast Mode

I dataset confluiscono nel portale airquality.london, dove chiunque può controllare – in 15 secondi – l’indice del proprio quartiere, scaricare CSV storici o integrare l’API in progetti di citizen science. Qui entra in gioco Global Action Plan: workshop nelle scuole, toolkit per gli NHS Trust e campagne social (#CleanAirDay) trasformano il numero in azioni concrete, dal pedibus alle zone a traffico ridotto. vodafone.co.uk

Finanziamento pubblico-privato da 2,8 milioni di sterline

Il programma si finanzia attraverso una joint investment da 2,8 milioni di sterline annunciata dal City Hall con Bloomberg Philanthropies e Clean Air Fund – parte del più ampio progetto Breathe Cities che vuole replicare il modello in altre metropoli. Soldi che servono a raddoppiare la copertura sensoriale e a mantenere open-source il portale dati per almeno quattro anni. LinkedInThe Fast Mode

Dal punto di vista politico Sadiq Khan non nasconde l’ambizione: dati granulari sono l’argomento più forte per estendere le Low Emission Zones e, in prospettiva, pianificare la pedonalizzazione di Oxford Street senza contraccolpi commerciali.

Cosa ci guadagna Vodafone?

Oltre al ritorno reputazionale, l’operatore testa sul campo la propria piattaforma Global IoT Network, la stessa che connette contatori idrici, logistica e droni medicali. Dimostrare di poter gestire migliaia di micro-dispositivi a bassissimo consumo, integrandoli in un ecosistema di open data, è un case study spendibile in qualunque smart city europea.

Il lavoro sugli algoritmi di calibrazione, poi, diventa know-how per servizi climatici più complessi (penso alle previsioni di allagamento basate su sensori di livello idrico e telecamere AI). È la classica sinergia win-win in cui la responsabilità ambientale diventa innovazione commerciale.

Un commento personale

Da appassionato trovo entusiasmante la convergenza fra telco e ricerca scientifica: per anni abbiamo parlato di “smart cities” come slogan, ora l’infrastruttura TLC esistente diventa spina dorsale di reti sensoristiche critiche. Importante, però, che i dati rimangano open e leggibili: l’efficacia di Breathe London non si misurerà solo in µg/m³, ma nell’abilità dei cittadini di usarli per chiedere (e ottenere) politiche più coraggiose.

Prossimi passi

  • Deployment di nuovi sensori entro fine 2025, con priorità a borough ad alta densità scolastica.
  • Integrazione dei dati meteorologici e di flusso pedonale per modelli di esposizione personalizzati.
  • Studio di replicabilità in altre città Breathe Cities, includendo Milano e Madrid entro il 2027.

Con il binomio IoT + engagement di comunità, Londra potrebbe fare scuola in Europa su come la tecnologia mobile diventa strumento di salute pubblica.

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Taggato: #BreatheLondon #VodafoneIoT #SmartCity #QualitàdellAria #Ambiente
redazione 11 Luglio 2025
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