
Da quando Ericsson ha pubblicato l’ultima edizione del Mobility Report (giugno 2025), un dato spicca su tutti: più della metà degli operatori che offrono Fixed Wireless Access (FWA) integra ormai piani “a gradini di velocità”, e il merito principale va all’evoluzione 5G. Se nel 2024 tali formule erano adottate dal 40 % dei provider, oggi siamo già al 51 %, con un balzo che testimonia quanto l’idea di internet “via etere” non sia più un ripiego ma una vera alternativa alla fibra, specie dove quest’ultima tarda ad arrivare. ericsson.com
A spingere il fenomeno è anche l’Europa. Sebbene il continente non sia (ancora) la roccaforte mondiale del 5G mid-band – la copertura si è attestata al 50 % della popolazione a fine 2024, mentre Nord America e India sfiorano il 90-95 % – il vecchio continente ha raggiunto una soglia-record sull’indicatore complessivo: l’85 % della popolazione europea dispone oggi di un segnale 5G di qualche tipo. ericsson.comericsson.com
Non basta. Secondo GSMA Intelligence, ben 24 Paesi europei hanno già superato il 90 % di copertura 5G, dimostrando che, almeno sul piano “dove prende”, il gap con i campioni mondiali si sta chiudendo velocemente. gsma.com
Perché i piani “speed-based” conquistano terreno
Il modello di prezzo che lega l’abbonamento alla velocità – più che ai soliti gigabyte – replica ciò che gli utenti conoscono da anni con la fibra o il cavo. Nel FWA l’approccio diventa ancora più logico: il radio-link è condiviso, le prestazioni variano con il segnale e con il numero di utenti contemporanei; far pagare per “fasce” (100 Mb/s, 300 Mb/s, 1 Gb/s) permette all’operatore di capitalizzare sui picchi e, insieme, calibrare l’investimento di rete. Ericsson calcola che, limitandosi ai provider che offrono FWA in 5G, la quota di chi adotta speed tiers sale al 70 %. ericsson.com
I benefici non sono solo per i conti economici dei carrier: l’utente capisce subito cosa compra e può scegliere l’offerta più adatta alla propria esperienza digitale, esattamente come fa con la fibra. E in molti casi scopre che il “5G fisso” erogato in mid-band o mmWave garantisce latenze e throughput più che adeguati per streaming 4K, gaming e smart-working.
Il ruolo dell’FWA nella strategia europea
Nei corridoi di Bruxelles si parla spesso di Digital Decade. L’obiettivo è portare connettività gigabit ovunque entro il 2030. Ma, come ricorda lo stesso Ericsson Report, il deployment di siti mid-band procede a rilento rispetto agli Stati Uniti. In questa cornice l’FWA diventa la risposta rapida – e spesso l’unica economicamente sensata – per le zone grigie, quelle dove la fibra arriverà, sì, ma troppo tardi o a costi proibitivi. Entro il 2030, le connessioni FWA mondiali sfioreranno i 350 milioni, e l’80 % poggerà su 5G. ericsson.com
In Italia, ad esempio, gli operatori che hanno puntato sul 5G SA stanno già testando pacchetti FWA da 300 Mb/s garantiti, con notevoli riscontri nelle aree rurali e turistiche. Personalmente applaudo l’approccio: se il mercato è pronto a pagare per la velocità percepita (non solo per la quantità di dati), l’intero ecosistema – consumatori, imprese, telco – potrà uscire dall’impasse del “margine zero” che ha frenato gli investimenti nell’ultimo decennio.
Copertura sì, ma serve qualità
La buona notizia della copertura al 90 % in 24 Paesi UE non deve far dimenticare che solo il 15 % degli operatori europei ha già lanciato reti 5G Standalone. gsma.com Senza SA non si può abilitare slicing, né garantire QoS avanzate che giustificano i piani premium di cui sopra. In altre parole: l’autostrada c’è, ma mancano le corsie dedicate. Qui l’Europa rischia di fermarsi a un “5G di facciata” se non accelera sui rollout SA e sul refarming dello spettro 3,5 GHz.
Il bicchiere mezzo pieno
Guardiamo però il lato luminoso (in stile solare, promesso!):
- la domanda di banda cresce in doppia cifra l’anno, e gli utenti iniziano a percepire FWA come alternativa reale alla fibra;
- la concorrenza tra carrier incoraggia offerte più ricche – dal Wi-Fi 7 di serie al modem-router con AI che seleziona la banda meno congestionata;
- l’Unione Europea ha già stanziato fondi del Digital Europe Programme per favorire il backhaul in fibra dei siti 5G rurali, riducendo il rischio di colli di bottiglia.
Chiudo con un auspicio: che i regolatori nazionali abbandonino il dogma “fisso è meglio” e valutino i KPI di qualità, non la mera tecnologia di accesso. Così facendo, FWA potrà davvero completare (non sostituire) la fibra e avvicinarci a quel 100 % di case connesse in gigabit che oggi sembra un miraggio.