
Quando, il 28 maggio 2025, Vodafone Qatar ha annunciato di aver affidato a Nokia l’intero programma di modernizzazione della propria rete mobile, la notizia ha fatto rapidamente il giro degli addetti ai lavori. Non si tratta di un semplice upgrade tecnico: è l’avvio di un percorso che ridisegnerà l’esperienza 5G di consumatori, imprese e Pubblica Amministrazione, in linea con la Qatar National Vision 2030. L’accordo – reso noto da Total Telecom e confermato da comunicati stampa locali e internazionali – prevede la fornitura «end-to-end» di soluzioni radio, core cloud-native, software di automazione e sicurezza avanzata totaltele.com.
Nel dettaglio, Nokia implementerà una piattaforma core interamente basata su micro-servizi, pronta per il network slicing e per funzioni di orchestration “near zero-touch”. Una scelta che consente a Vodafone di scalare rapidamente la capacità – pensate a un elastico capace di allungarsi all’istante quando aumenta la richiesta di banda – riducendo contemporaneamente la latenza percepita dagli utenti. Secondo l’operatore, la rete potrà così gestire scenari a bassa latenza inferiori ai 5 millisecondi, indispensabili per applicazioni IoT critiche, veicoli connessi e servizi cloud gaming.
Lo ha sottolineato con toni entusiastici lo sceicco Hamad Abdulla Jassim Al-Thani, CEO di Vodafone Qatar: «Integrando fibra, mobile e cloud porteremo in tutto il Paese una connettività più sicura e intelligente, capace di supportare dal Wi-Fi personalizzato per le famiglie alle soluzioni enterprise più spinte» Zawya. Gli ha fatto eco Raghav Sahgal, presidente della divisione Cloud & Network Services di Nokia, ricordando che la nuova architettura «porterà automazione quasi totale e un’agilità senza precedenti» Zawya.
Perché tutto ciò accade oggi? Una risposta sta nei numeri del mercato ICT nazionale: studi di Mordor Intelligence indicano per il settore qatarino un tasso di crescita composto (CAGR) dell’8,5 % fino al 2030, spinto da 5G, cloud e intelligenza artificiale Mordor Intelligence. In questo contesto, fornire una rete resiliente e software-defined non è solo un vantaggio competitivo ma un requisito essenziale per reggere il traffico dati che aumenterà esponenzialmente.
Dal punto di vista tecnologico, il progetto poggia su tre pilastri. Primo: Radio Access Network con AirScale, che introduce Massive MIMO a 64 antenne e beamforming intelligente per migliorare la copertura senza saturare le frequenze. Secondo: Core cloud-native multicloud pronto al deployment su ambienti bare-metal o Kubernetes, dunque più portabile e facilmente aggiornabile. Terzo: piattaforma di assurance alimentata da AI che, analizzando in tempo reale milioni di KPI, individua anomalie e ottimizza i parametri di rete prima che l’utente se ne accorga. A cascata arriveranno funzioni di 5G slicing per la PA, la logistica aeroportuale di Hamad International e le smart factory di Ras Laffan Industrial City.
Non meno importante è la dimensione business. Grazie al modello “slice-as-a-Service”, Vodafone potrà monetizzare la rete offrendo bande virtuali ritagliate su misura: una fetta ultra-affidabile per i soccorritori in caso di grandi eventi sportivi, un’altra ritagliata per i broadcaster che trasmettono in 8K, un’altra ancora per gli e-sport con latenza sotto i 20 ms. L’approccio viene già sperimentato in diversi Paesi e nel GCC si preannuncia una corsa a chi saprà farlo meglio.
Da osservatore di lungo corso noto con piacere che l’accordo rappresenta anche un cambio di passo per Nokia nella regione. Dopo aver conquistato commesse per i core standalone di Ooredoo Qatar e di vari operatori in India, il gruppo finlandese mette a segno un colpo in un mercato dove Ericsson e Huawei tradizionalmente si contendono gli swap di rete. Una concorrenza più vivace non potrà che giovare al livello tecnologico complessivo e, in ultima analisi, ai cittadini.
Sul piano macro-economico, la scelta di modernizzare oggi è coerente con la strategia di diversificazione dell’economia qatarina. Il Paese, già primo al mondo per velocità mobile secondo Ookla, mira a diventare un laboratorio di servizi digitali a valore aggiunto e ad attrarre investimenti esteri nel cloud pubblico: non a caso Microsoft e Oracle hanno aperto region locali proprio nell’ultimo biennio. Una rete 5G più agile è l’infrastruttura abilitante di questo ecosistema.
Permettetemi una riflessione personale: spesso, nei dibattiti sul 5G, ci si focalizza sulle velocità di picco e sulle promesse futuristiche, dimenticando che la vera rivoluzione è invisibile. È la trasformazione del network in piattaforma software, modulare come i mattoncini di un LEGO, in grado di “ricomporsi” all’istante quando il mercato ne suggerisce di nuovi utilizzi. Vodafone Qatar, con questa partnership, compie proprio quel salto: da rete di trasporto dati a piattaforma di innovazione continua.
Chiudiamo con uno sguardo al calendario: le prime migrazioni dei nodi core partiranno nel quarto trimestre 2025, con completamento previsto entro la prima metà del 2027. Sarà interessante monitorare come verranno gestite in parallelo le attività di refarming dello spettro a 700 MHz e 3,5 GHz e l’introduzione dei servizi standalone per i clienti consumer.