
Eccoci al gran giorno: martedì 27 maggio 2025, Telefónica España spegnerà gli ultimi 661 “cuore pulsante” ADSL rimasti sul territorio nazionale, chiudendo un’era lunga quasi tre decenni.
Il 2025 segna così il traguardo di un progetto avviato nel 2014, quando le prime due centrali di Sant Cugat del Vallès e Torrelodones vennero dismesse nel quadro del piano di riconversione del rame in fibra ottica approvato con la CNMC (Comisión Nacional de los Mercados y la Competencia) PressDigital. Da allora, Telefonica ha chiuso progressivamente 7.820 delle 8.532 centrali originarie e, dopo il recentissimo spegnimento di 51 nodi il 21 aprile, domani toccherà alle ultime 661, portando a termine un percorso decisivo per offrire ai clienti una rete full-fiber, più veloce, stabile e sostenibile El EspañolLa Razón.

In Italia, come in Spagna, l’ADSL ha un sapore di vintage: ricorda i primi modem gracchianti, la pazienza infinita per caricare una pagina web, e quel lieve ronzio nei muri di casa. Oggi, con la fibra FTTH che raggiunge quasi il 94% delle famiglie spagnole e “solo” 89.000 utenti ancora in coda ad ADSL, quel rombo si spegnerà per sempre El EspañolADSLZone. Un momento storico, insomma, non solo per Telefonica ma per l’intero panorama delle telecomunicazioni iberiche.
Il motivo del frettoloso anticipo rispetto al calendario originario (inizialmente posticipato al 2026) è duplice: da un lato, l’esigenza di liberare asset immobiliari di pregio nelle città spagnole per monetizzarli; dall’altro, la volontà di ridurre drasticamente i consumi energetici e le emissioni CO₂, tema su cui Telefónica ha già ottenuto riduzioni del 94% grazie alla tecnologia in fibra Telefónica. In un mondo in cui il prezzo dell’energia viaggia verso l’alto, ogni watt risparmiato fa la differenza.
Da un punto di vista tecnico, la fibra ottica non ha rivali: migliora l’efficienza del 18 volte rispetto al rame a parità di traffico, riduce la latenza, supporta velocità decuplicata e garantisce una manutenzione meno onerosa. Per le aziende, poi, significa transizione verso servizi VoIP di ultima generazione, con call center che migrano sulle piattaforme cloud, trunk SIP e centralini virtuali che rappresentano un balzo in avanti in termini di flessibilità e costi Enreach ES.
Il mio pensiero? Chi, come me, ha vissuto l’ADSL ai primi vagiti dell’era Internet non può non provare un pizzico di malinconia. Quella connessione “up to 20 Mbps” era un miraggio, eppure ci ha permesso di guardare per la prima volta YouTube, telefonare via Skype e lavorare in smart working (quando ancora non sapevamo cosa fosse). Oggi, però, guardo al futuro con ottimismo: la tecnologia corre veloce e, per restare competitivi, dobbiamo portare il 100% della popolazione su reti di nuova generazione.
E per il lettore italiano? Tenete d’occhio l’evoluzione della rete in fibra: se l’esperienza spagnola è un benchmark, ci aspetta un cambio di passo anche da noi. Prima o poi, arriverà il giorno in cui diremo addio al classico “cavo telefonico” e ci godremo tutte le potenzialità dell’ultra-broadband.