
Chi l’avrebbe detto, solo pochi anni fa, che un collegamento “via etere” potesse superare la solidità accademica della fibra ottica? Eppure i numeri dell’ultima stagione parlano chiaro: la Fixed Wireless Access, la banda larga distribuita attraverso il 4G/5G degli operatori mobili, continua a conquistare il cuore – e il portafoglio – degli abbonati statunitensi. Il titolo scelto da Telecompaper ne è la sintesi perfetta: «FWA maintains high customer satisfaction in US, beating cable or fibre» telecompaper.com.
A confermare il trend ci pensa la ricerca annuale di J.D. Power, oramai il “termometro” ufficiale del gradimento domestico negli USA. Nella versione 2025 dello U.S. Residential Internet Service Provider Satisfaction Study il voto medio degli utenti FWA oscilla fra 775 e 825 su 1 000 punti, mentre la fibra rimane poco sotto quota 750 e il cavo non supera i 710 jdpower.comjdpower.comjdpower.com. È un distacco tutt’altro che simbolico: basta scendere di 20-30 punti, spiega J.D. Power, perché la propensione al recesso cresca esponenzialmente.
Il dato diventa ancora più curioso se lo leggiamo assieme al fattore-prezzo. J.D. Power calcola un costo medio di 72 $ al mese per un abbonamento FWA, contro gli 81 $ di un abbonamento via cavo o fibra. Il 70 % degli utenti FWA definisce il proprio piano “abbordabile”, mentre solo il 53 % dei clienti wired direbbe lo stesso jdpower.com. In altre parole: la percezione di valore – non solo la velocità nominale – sembra il nuovo arbitro del mercato banda larga.
A dare ulteriore peso al fenomeno arriva l’analisi di S&P Global – piattaforma MediaCensus, primo trimestre 2024. Su 17 743 intervistati, il 56 % dei clienti FWA si dichiara “molto soddisfatto”, record assoluto fra tutte le tecnologie. Seguono Starlink (54 %) e Verizon Fios in fibra (51 %) spglobal.com. Il messaggio è inequivocabile: per l’americano medio l’accesso fisso wireless non è più un ripiego, bensì la scelta di riferimento.
Gli operatori, naturalmente, cavalcano l’onda. T-Mobile ha chiuso il primo trimestre 2025 con 6,9 milioni di clienti High Speed Internet, crescendo di altri 424 mila abbonati in soli tre mesi e mettendo in attesa, addirittura, oltre un milione di nuovi richiedenti t-mobile.com. Verizon, dal canto suo, ha superato quota 4,8 milioni di linee FWA, aggiungendone 308 mila nel medesimo intervallo verizon.com. Numeri che avvicinano, in pochi anni, due player mobili a livelli di mercato un tempo monopolizzati dai cugini del cavo.
Chiariamo però un punto cruciale: la fibra resta la tecnologia più performante, specie in scenari di carichi simmetrici e latency-sensitive (pensiamo allo streaming 8K o ai servizi cloud gaming). La supremazia FWA nei sondaggi di soddisfazione, a mio avviso, non nasce dall’assoluta superiorità tecnica ma dall’equilibrio fra “good enough performance” e semplicità d’attivazione. In molti quartieri suburban e rurali basta ricevere un router pre-configurato, posizionarlo vicino alla finestra e premere “ON” per ritrovarsi online in mezz’ora: una user-experience inedita per un mercato abituato ad attese di settimane e scavi in giardino.
Detto ciò, il modello FWA non è privo di limiti. La capacità radio è finita per definizione, e il continuo afflusso di utenti renderà irrinunciabile l’upgrade della rete 5G alla variante Standalone, nonché la massimizzazione dello spettro su bande C-Band o mmWave. Questa sfida infrastrutturale sposterà l’ago della bilancia: chi rinnoverà l’infrastruttura in tempo manterrà i voti record, chi rallenterà rischia di trasformare la soddisfazione odierna in frustrazione domani.
Personalmente trovo che l’ascesa dell’FWA sia uno stimolo salutare per l’intero ecosistema. La concorrenza fra tecnologie costringe tutti – anche i dominatori del cavo – a ripensare servizio clienti, trasparenza tariffaria e tempi di attivazione. In uno scenario più maturo, mi aspetto una coesistenza virtuosa: fibra là dove serve throughput massimo, FWA come soluzione plug-and-play ovunque la velocità “gigabit-capable” non sia l’unico driver d’acquisto. La partita dei prossimi due anni, insomma, non si giocherà sul marketing, bensì su latenza reale, politiche di congestione e facilità con cui l’utente può cambiare piano quando mutano le sue esigenze.
In conclusione, il verdetto 2025 dei consumatori USA non lascia spazio a dubbi: l’accesso wireless fisso è passato da outsider a campione di customer experience. Fibre e cavo restano lì, pronti a rilanciare con reti ancora più performanti, ma la sfida si giocherà ora sul servizio end-to-end, non più sulla sola velocità di picco. E, se le tendenze J.D. Power dovessero replicarsi in Europa, c’è da aspettarsi un mercato consumer ben più dinamico di quello che conosciamo oggi.