
Il 28 maggio 2025 Nokia ha alzato l’asticella dell’accesso in fibra annunciando un nuovo elemento di rete che permette di far convivere – sugli stessi splitter ottici e sullo stesso singolo drop verso casa o azienda – tre tecnologie Passive Optical Network (PON) di generazioni differenti: XGS-PON a 10 Gb/s, 25GS-PON a 25 Gb/s e la nuovissima 50G-PON a 50 Gb/s. L’annuncio, diffuso insieme al comunicato ufficiale, mette nero su bianco l’intenzione del vendor finlandese di rendere l’evoluzione alla prossima ondata di banda ultralarga un percorso graduale, economico e – soprattutto – compatibile con l’enorme parco di infrastrutture già in campo. EuropaWire
Perché la co-esistenza conta davvero
Far passare più generazioni PON sui medesimi filamenti non è un capriccio tecnico: vuol dire proteggere gli investimenti degli operatori (e quindi dei contribuenti quando la rete è pubblica) perché non occorre cambiare splitters, cablaggi d’impianto o scavare nuove trincee. Si gioca tutto sulle lunghezze d’onda: ogni famiglia PON occupa una “striscia” di spettro ottico diversa e il nuovo modulo di Nokia – letteralmente, una scheda che si infila nell’OLT esistente – separa e instrada i vari colori di luce come un semaforo a tre vie. L’utente finale, che oggi naviga a 1 Gb/s su GPON o a 5-10 Gb/s su XGS-PON, domani potrà ordinare un profilo a 25 Gb/s o a 50 Gb/s senza che il tecnico tocchi la strada.
Dentro l’hardware di Espoo
Il cuore della soluzione vive nella linea di prodotti Lightspan MF: basta inserire la nuova scheda di co-esistenza e collegare ottiche QSFP28 o QSFP56 per abilitare 25 Gb/s simmetrici e 50 Gb/s (anche simmetrici, grazie alla pubblicazione del primo emendamento ITU-T G.9804) sugli stessi pannelli ottici dove oggi partono i feeder XGS-PON. Geert Heyninck, GM di Broadband Networks in Nokia, lo riassume così: la flessibilità diventa un elemento competitivo, perché l’operatore può scegliere la tecnologia giusta per ogni caso d’uso – dal condominio smart all’industria 4.0, fino al backhaul 5G. EuropaWire
Dai laboratori al campo: i trial che fanno scuola
Il percorso non parte da zero. Già nel luglio 2024 Google Fiber – attraverso GFiber Labs – ha collaudato a Kansas City velocità da 50 Gb/s su rete vivo con kit Nokia, dimostrando la co-esistenza fra 10/25 e 25/50 Gb/s PON. cablinginstall.com Sei mesi più tardi Hotwire Communications ha replicato in Florida, stavolta affiancando 25 Gb/s e 50 Gb/s per servizi business e residenziali premium. GlobeNewswire E ancora prima, seminari come Connected Britain e trial di NBN in Australia avevano mostrato sul campo combinazioni 10-25-50 e persino 100 Gb/s. La filosofia – confermata a più riprese da Nokia – è dare libertà di scelta: se un operatore vuole saltare i 25 Gb/s e puntare diretto ai 50 Gb/s, nessun problema; se preferisce un passo intermedio, l’hardware è pronto. Light Reading
Standard, ecosistema e mercato
Dal punto di vista normativo, 25GS-PON è già realtà grazie all’MSA che raggruppa oltre 60 membri, mentre 50G-PON ha ottenuto la prima raccomandazione ITU-T a fine 2021 e l’emendamento simmetrico nel 2022. L’IEEE ComSoc ricorda che oltre 150 reti dispongono già di porte 25 Gb/s “pronte all’uso” e che le prime commercializzazioni di 50 Gb/s sono attese entro il 2026. TechBlog In parallelo il dibattito industriale – ben raccontato da Light Reading – si è spostato dal “25 o 50?” al “come monetizzarli?”. Per applicazioni wholesale, edge cloud e servizi enterprise la risposta sembra arrivare prima che sui mercati residenziali, dove i piani tariffari multi-gigabit richiedono modelli di prezzo più maturi. Light Reading
Uno sguardo personale
Da appassionato e curioso cronico vedo in questa mossa un pragmatismo raro: parlare di 100 Gb/s fa notizia, ma garantire che la fibra posata ieri duri vent’anni è il vero atto rivoluzionario. È una promessa di sostenibilità – meno plastica, meno scavi, meno emissioni – e insieme un’arma competitiva per i piccoli operatori che potranno offrire 25 o 50 Gb/s senza rifare la rete dal nulla. Mi piace pensare che, fra qualche anno, dire “ho la gigabit” suonerà vintage come oggi “ho l’ADSL”.