
Quando il vicepresidente senior Aayush Bhatnagar ha scritto su LinkedIn che “il network slicing non è più un esperimento da laboratorio”, non stava esagerando: Jio Platforms ha effettivamente acceso dieci slice 5G live sull’intero territorio indiano, poggiandosi sul proprio core 5G Standalone. È la prima volta che un operatore mette in produzione, su scala nazionale, un numero così alto di slice simultanei, ciascuno con Service Level Agreement dedicati e pieno isolamento dal traffico best-effort.
Le nuove slice sono pensate per scenari molto diversi tra loro: dal gaming mobile infastidito dalla latenza, alle applicazioni IoT a banda strettissima, fino a Jio AirFiber, l’offerta Fixed Wireless Access che in un anno ha già conquistato 7,4 milioni di utenti e che oggi beneficia di un canale “premium-home-broadband” protetto da congestioni. Sommate i 200 milioni di clienti 5G raggiunti da Jio nel primo trimestre dell’anno fiscale 2026 e capite perché l’azienda parli apertamente di “rete mission-critical per l’economia digitale indiana”.
Sul piano industriale la mossa arriva in un momento delicato: secondo Bloomberg, la casa madre Reliance sta valutando un’IPO ridotta (5 % delle quote) per raccogliere circa 6 miliardi di dollari—una scelta prudente in un mercato che potrebbe non assorbire un flottante maggiore. La prospettiva di monetizzare le slice con offerte B2B e consumer—pensate a un pacchetto “Gaming Plus” o a un SLA per il trasferimento video 4K in diretta—diventa quindi cruciale per attrarre investitori senza svendere asset.
Il network slicing entra davvero in produzione
Se fino al 2024 la tecnologia era confinata a proof-of-concept e quiz di marketing, il 2025 è l’anno della concretezza. All’estero Verizon ha già lanciato Enhanced Video Calling—un upgrade a pagamento che usa la sua slice consumer per garantire videochiamate HD anche in ore di punta—mentre Orange sta orchestrando slice enterprise in tutta Europa sulla piattaforma Ericsson.
La IEEE ComSoc ricorda che, oltre a Jio, operatori come BT, Singtel e China Telecom hanno slice reali su rete SA, spesso riservate a pubbliche emergenze o grandi eventi sportivi. E la Global mobile Suppliers Association conta già 163 operatori impegnati (in vari stadi) sulle reti 5G SA: è la massa critica che mancava per passare dalle slide ai contratti.
Il potenziale di mercato
Secondo Markets and Markets il business del network slicing vale oggi 1,3 miliardi di dollari e potrebbe salire a 2,8 miliardi entro il 2030, con un CAGR del 16,6 %. Numeri modesti se confrontati con la spesa globale per il RAN 5G, ma sufficienti a invogliare vendor e system integrator a costruire piattaforme di orchestrazione e API “slice-as-a-service”.
Il vero nodo resta la governance degli SLA: l’isolamento logico non basta se manca il monitoraggio in tempo reale dal core alla radio. Jio sostiene di aver risolto il puzzle con un Network Slicing Platform proprietario, ottimizzato per “scale, performance and reliability”. Finché i primi clienti business non avranno numeri alla mano su jitter, packet-loss e tempi di provisioning automatico, la promessa resterà sulla fiducia—ma intanto il traguardo “dieci slice live” alza l’asticella per tutti.
Un commento personale
Da osservatori europei, guardiamo spesso alle innovazioni indiane con lenti occidentali: costi bassi, ARPU ridotti, densità di traffico altissima. Stavolta il paradigma si ribalta: Jio offre un case-study di monetizzazione 5G che persino gli operatori del Vecchio Continente possono studiare. Se l’exploit funzionerà, la vera concorrenza non sarà più sulla copertura ma sulla creatività delle slice—e sulla capacità di impacchettarle in tariffe semplici da capire.