
Il quartiere “Engenho de Dentro”, a nord di Rio de Janeiro, pullula di tifosi ogni volta che il Botafogo scende in campo. Da qualche settimana, però, c’è un motivo in più per varcare i tornelli del Nilton Santos (l’“Engenhão” per i carioca): l’impianto è stato appena cablato con una piattaforma 5G Standalone (SA) firmata IHS Towers, la towerco anglo-nigeriana che in Brasile gestisce quasi 8 000 siti. La notizia – diffusa inizialmente da Telecompaper Telecompaper – è passata un po’ in sordina in Europa, ma merita attenzione: oltre a garantire velocità a tre cifre in Mb/s anche in uno stadio pieno, l’operazione conferma come il modello di “neutral host” stia diventando la strada maestra per accelerare la copertura in ambienti complessi.
Cosa cambia per i tifosi (e non solo)
Grazie a un sistema DAS (Distributed Antenna System) di nuova generazione, IHS Brazil offre ora una rete indoor ready-5G a tutti e quattro i principali operatori mobili (Claro, TIM, Vivo e Algar). Il risultato? Streaming video in 4K senza buffering, push-notification in tempo reale per replay e statistiche, pagamenti contactless più rapidi ai chioschi. In pratica, lo stadio diventa un grande “laboratorio” per le esperienze fan-engagement che vedremo nei prossimi Mondiali.
Un tassello di una strategia più ampia
Il progetto Nilton Santos non è un caso isolato. A fine 2024 la filiale brasiliana di IHS aveva già completato la copertura 5G della stazione metro Campo Belo a San Paolo IHS Towers Corporate e, nel primo trimestre 2025, la società ha annunciato 74 nuovi siti macro nel Paese BNamericas. Parallelamente, il gruppo ha reso pubblici obiettivi di sostenibilità ambiziosi: −11 % di emissioni Scope 1 + 2 in un anno secondo il Sustainability Report 2024 Events – TowerXchange. In altre parole, più banda senza rinunciare alla decarbonizzazione.
Perché un “neutral host” conviene
Con il 5G SA la latenza scende sotto i 10 ms, ma solo se la backhaul è in fibra e l’impianto è dimensionato per gestire picchi di traffico da decine di migliaia di utenti simultanei. Un operatore da solo faticherebbe a giustificare l’investimento. Ecco perché la condivisione dell’infrastruttura indoor tra più telco è diventata la soluzione preferita in grandi venue: costi divisi, implementazione unica, manutenzione più snella. Secondo BNamericas, il mercato DAS brasiliano crescerà del 22 % annuo fino al 2027, sospinto proprio dai modelli neutral host BNamericas.
Un’occhiata al cantiere high-tech
I lavori al Nilton Santos si sono concentrati su tre asset principali:
- Backbone ottico: nuova fibra a 96 fibre che collega il perimetro dell’impianto ai PoP cittadini.
- Radio-unit millimetriche: moduli compatibili n78 e n258, pronti per onde millimetriche non appena l’Anatel libererà frequenze sopra i 26 GHz.
- Edge-compute rack: micro-data-center ridondati in grado di ospitare MEC per servizi real-time (mixed-reality, analytics, betting).
Il mio punto di vista
Come appassionato TLC trovo interessante l’uso di micro-ruote di fronthaul ottico a 25 Gb/s: è un compromesso elegante fra costo (si usano SFP28 commerciali) e scalabilità. Ma la vera partita si gioca sul terreno dei servizi: se i club non arricchiscono l’app ufficiale con contenuti AR, la larghezza di banda resterà un lusso sprecato. In fondo, la tecnologia è solo l’abilitatore; l’ingaggio del pubblico rimane questione di creatività digitale.
Impatto sulla smart-city
Rio si prepara ai Mondiali femminili 2027 e al circuito di Formula E: la densificazione 5G in punti nevralgici come stadi, aeroporti e linee metro non è che la prima tessera di un mosaico più grande. Le stesse antenne multi-operator potenzieranno i servizi di videosorveglianza urbana e di controllo del traffico basati su AI edge. In sintesi, la “partita del 5G” non finisce al triplice fischio.