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Wind, Vodafone e Fastweb avviano le procedure per unire le reti

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Qualche settimana fa vi avevamo già parlato dell’intenzione di Wind, Vodafone e Fastweb di fondere le proprie infrastrutture di rete per creare una vera alternativa a Telecom creando una rete di nuova generazione tutta in fibra ottica. Purtroppo poi era tutto slittato a data da destinarsi. Apprendiamo oggi dagli amici di Mondo3 che invece la [...]

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ecco l'articolo apparso il sole 24 ore http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Editrice/IlSole24Ore/2010/05/05/Tecnologia%20e%20Business/32_A.shtml?uuid=4982b67e-580c-11df-8850-64d909ae08a6&DocRulesView=Libero&fromSearch
Bernabè afferma di averlo saputo dai media :laugh::

AGENZIA DI INFORMAZIONE RADIOCOR
Telecom: Bernabe', ben venga la concorrenza sulle reti
05/05/201019:21
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 05 mag - "Siamo felicissimi, ben venga la concorrenza. Siamo molto contenti di questa iniziativa di cui abbiamo appreso per ora solo dai media che pare sottenda un investimento infrastrutt...
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 05 mag - "Siamo felicissimi, ben venga la concorrenza. Siamo molto contenti di questa iniziativa di cui abbiamo appreso per ora solo dai media che pare sottenda un investimento infrastrutturale degli operatori alternativi". Lo ha detto l'a.d. di Telecom Italia, Franco Bernabe', a proposito del progetto per una rete di nuova generazione che, secondo indiscrezioni di stampa, sarebbe stata presentata ieri a Gianni Letta da Vodafone, Wind e Fastweb. Bernabe' ha aggiunto che "anche dal punto di vista del regolatore in questi anni tutti gli sforzi sono andati in questa direzione". Lor-rd (RADIOCOR) 05-05-10 19:21:27 (0417) 3 NNNN




(Speriamo parta finalmente parta questo progetto).
 
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Albemix

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Se c'è l'infrastruttura di rete che gli altri hanno fatto buon venga, ma per raggiungere al 100% l'Italia serve la rete di Telecom secondo me.

Mi chiedo, una volta che Wind/Fastweb/Vodafone si uniscono che adsl viene fuori? (ip nattati, rete filtrata?).

Saeuti

Albemix
 
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Albemix ha detto:
chiedo, una volta che Wind/Fastweb/Vodafone si uniscono che adsl viene fuori? (ip nattati, rete filtrata?).

Saeuti

Albemix
Questo è quello che mi chiedo anch'io ma credo che rimanga , grosso modo, com'è. Ognuno si gestisce i propri range IP come vuole!
 
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Albemix

Guest
Ah spero perchè se Wind dovesse sottostare a Fastweb o Vodafone la vedo brutta!.

Saeuti

Albemix
 
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Con 34 miliardi di debito sul groppone è già tanto se riescono a tenere la rete che hanno
 
Fedelissimi
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Ecco un articolo apparso sul sole 24ore http://www.ilsole24ore.com/art/noti...-vicolo-080400.shtml?uuid=AYYlcN1B&fromSearch

Domani avrà luogo la prima riunione del tavolo sulla rete di nuova generazione, alla quale il viceministro Paolo Romani ha convocato assieme Telecom Italia e gli operatori alternativi. Se Telecom ha più volte riaffermato di voler proseguire da sola nei propri progetti, lo stesso Romani ha definito, con formula un po' irrituale, il piano Fastweb, Vodafone e Wind per la cablatura di quindici delle maggiori città italiane «non bruttino». Da questo punto di vista, l'aspetto più rilevante è l'acclarata disponibilità di tre operatori di telefonia, fra l'altro a capitale estero, ad affrontare un investimento infrastrutturale di larga portata in Italia.

E' proprio a fronte di questo impegno che sarebbe opportuno avviare una riflessione su come aprire una “corsia preferenziale” per la banda larga - senza impiegare risorse pubbliche ma avviando percorsi di semplificazione e razionalizzazione. La priorità dev'essere, come ha scritto Franco Debenedetti («La banda larga senza terza via», sul Sole 24 Ore del 9 febbraio), rimuovere i vincoli dirigisti.
Questo è tanto più vero dal momento che un fattore chiave per il successo del progetto è l'individuazione di uno standard tecnologico omogeneo. Sulla semplificazione nel settore della banda larga è già in vigore il decreto legge n. 112/2008, convertito in legge n. 133/2008. L'articolo 2 prevede che gli interventi d'installazione di reti e impianti di comunicazione elettronica in fibra ottica siano realizzabili previa denuncia d'inizio attività, con “silenzio assenso” (fatte salve ovviamene le norme di sicurezza). Sarebbe utile allargare le previsioni citate alle infrastrutture e agli impianti elettrici pertinenti.
Sempre l'articolo 2 prevede la possibilità di posare la fibra ottica nelle infrastrutture civili già esistenti di proprietà pubblica o comunque in titolarità di concessionari pubblici, senza oneri per l'operatore (salvo eventuale indennizzo se dall'opera possa derivare un pregiudizio alle infrastrutture civili esistenti).
Dal momento che si stima che circa il 70% dell'investimento per una nuova rete d'accesso sia costituito dai lavori civili per scavi e cavidotti, bisogna spingere i privati ad aprire le proprie canaline: defiscalizzare le ristrutturazioni che prevedano le canaline per fibra, snellire le procedure d'ottenimento di permessi per nuovi lotti se prevedono canalizzazione d'allacciamento a dorsali in fibra, pensare a strumenti che incentivino fortemente la "condivisione" di questi spazi.

È molto importante che il legislatore abbia chiara la differenza cruciale fra la vecchia rete Telecom e una nuova rete eventuale costruita dai suoi competitor. La differenza cruciale non è un fattore tecnologico, ma in senso lato politico: da una parte, avevamo un monopolio naturale creato e sostenuto da risorse pubbliche. Dall'altra, abbiamo una nuova infrastruttura finanziata e realizzata da privati.

Ecco perché avrebbe senso usare davvero due pesi e due misure. La richiesta degli operatori alternativi, di una garanzia dell'accesso a cavidotti e infrastrutture civili a prezzi effettivamente orientati ai costi sostenuti da Telecom Italia, è ragionevole proprio perché la rete Telecom non è il frutto dell'attività di un privato: ma quel che resta di un monopolio legale. Una nuova rete sarebbe per l'appunto “alternativa” all'esistente e in competizione con essa.

Per questo, in assenza di una partecipazione dell'incumbent, avrebbe senso che le regole che governano la nuova rete fossero concordate fra gli operatori che vi hanno investito, sulla base dell'ovvia esigenza di garantire un ritorno su un investimento tanto imponente. È vero che la Ue ha aperto una procedura d'infrazione contro la “vacanza regolatoria” che la Germania voleva garantire a Deutsche Telekom. Eppure, non dovrebbe sfuggire la differenza che passa fra la creazione di un'infrastruttura “nuova” e l'ammodernamento della rete a disposizione dell'operatore dominante ex pubblico. Questa libertà nel fissare le regole d'accesso, perlomeno per un tempo determinato (sulla base di stime circa la profittabilità della nuova infrastruttura), non solo contribuirebbe a rendere meno impervi gli investimenti, ma sarebbe coerente con i principi della concorrenza. Se i diritti di proprietà sulle nuove infrastrutture contano nulla, è improbabile che si trovino attori incentivati a realizzarle. Una nuova rete realizzata in condominio dagli operatori alternativi potrebbe essere ben governata da un contratto fra condomini.

Abbassare assieme l'asticella del rischio “amministrativo” e quella del rischio “regolatorio” potrebbe rendere più rapido e conveniente costruire la nuova rete. Magari queste misure potrebbero saldarsi ad incentivazioni di carattere fiscale. Anche così, si può evitare che la discussione sulla banda larga finisca in un vicolo cieco.

http://www.ilsole24ore.com/art/noti...-vicolo-080400.shtml?uuid=AYYlcN1B&fromSearch
 
Fedelissimi
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Invitata al tavolo British Telecom:

http://danielelepido.blog.ilsole24o...0/06/british-telecom-al-tavolo-degli-olo.html

British Telecom Italia, un miliardo di euro di fatturato e quasi 1.300 dipendenti, parteciperà al tavolo governativo di domani, 24 giugno, che vedrà gli operatori alternativi discutere con Franco Bernabè (Telecom Italia) di rete di nuova generazione. Nell'intervista di oggi, 23 giugno, sul Sole 24 Ore (pagina 28), l'amministratore delegato di Bt, Corrado Sciolla, lamentava il fatto di "non essere stato neppure chiamato dal viceministro Romani", una delle persone all'interno del governo che più si sta spendendo sul tema della banda larga. E infatti oggi, a quanto si apprende, il viceministro ha prontamente rimediato, seppur in extremis, invitando anche Bt al tavolo degli operatori di telefonia.
Sciolla, però, in merito alla rete di nuova generazione ha una posizione diversa e contraria rispetto a Vodafone, Wind, Fastweb e Tiscali: "In questo momento la fibra e un network Ngn non sono prioritari per il paese - è il suo pensiero - meglio invece lavorare sul digital divide".
Pragmatismo o posizione di retroguardia?
 
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