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"Furti nei tralicci della Wind, quattro indagati verso il processo: i dispositivi radio rubati venivano rivenduti in Turchia​

La Procura di Treviso contesta 37 colpi che hanno provocato 27 blackout telefonici tra Veneto e Friuli

TREVISO - Sfruttando la loro posizione di dipendenti della società (omissis) di Monselice, azienda che lavora nel settore delle telecomunicazioni (che in questa vicenda è parte offesa e quindi non ha alcuna responsabilità, ndr), simulavano interventi di manutenzione sui tralicci della compagnia telefonica Wind per rubare delle unità radio da remoto provocando blackout in tutta la zona di copertura dei ripetitori."

" In mezzo altri 35 finti interventi in cui i quattro indagati, vestiti come regolari tecnici deputati a operare sui ponti ripetitori, si impossessavano dei cosiddetti “Rru” di marca Ericsson (da tre ai sei per ogni colpo, ndr) tranciando i cavi di connessione degli apparati con le antenne. A conti fatti agivano indisturbati visto che nessuno si è mai chiesto il motivo della loro presenza sui tralicci stante il fatto che apparivano come veri e propri operai. A intervento terminato, i quattro lasciavano il luogo senza alcun problema con la merce infilata in un furgone. Secondo i carabinieri, che non hanno una stima di quanto potessero fruttare quei dispositivi sul mercato dell’Est europeo, le unità radio venivano poi trasferite a Roma dove, tramite altri canali, venivano spediti in Turchia. Una prova sta in uno dei carichi bloccato all’aeroporto di Milano Linate proprio dai carabinieri trevigiani."

"I danni
La compagnia telefonica, scoprendo che il segnale era assente, si è subito insospettita perché venivano segnalati guasti alla linea. Dai primi sopralluoghi dopo i primi colpi si è subito capito che si trattava di interventi non programmati ed eseguiti da estranei alla Wind. Da quella denuncia alle autorità è scaturita l’indagine. In totale sono stati 21 i blackout provocati nel 2022 e sei nel 2023."


Fonte: https://www.ilgazzettino.it/nordest...positivi_radio_rivenduti_turchia-8665453.html
 
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Purtroppo è successo molto spesso anche su apparati ZTE in altre parti d'Italia, principalmente per rivenderle in quelle nazioni dove, a causa dei ban americani, non era concesso acquistare quel materiale.
 
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