
Quando due anni fa AT&T effettuava la prima chiamata dati RedCap su rete 5G Standalone, pochi immaginavano che in così breve tempo si sarebbe passati dal laboratorio alla copertura nazionale. E invece eccoci qui, luglio 2025: il colosso statunitense annuncia di aver esteso la propria rete 5G Reduced Capability – per gli amici RedCap – a oltre 200 milioni di punti di presenza (POPs), cioè di persone potenzialmente raggiunte dal servizio . È un traguardo che cambia le carte in tavola per l’Internet of Things di fascia intermedia, quel segmento rimasto sospeso fra l’ultra-low-power NB-IoT e il 5G “muscolare” pensato per smartphone e FWA.
Che cos’è RedCap e perché conta
RedCap nasce nella Release 17 di 3GPP come versione “light” del 5G NR: banda più stretta (20 MHz sotto i 6 GHz o 100 MHz in mmWave), radio semplificata con un’unica antenna trasmittente, consumi drasticamente ridotti e costi di modulo che scendono in territorio LTE Cat-4/Cat-6 . In pratica:
Più autonomia per wearable, sensori industriali, tracker e dispositivi XR. Costi hardware minori – meno antenne e chip più piccoli significano dispositivi che possono stare sotto i 50 euro a regime. Copertura profonda grazie all’uso di spettri “low-band” (es. 850 MHz) già diffusi in tutta la rete AT&T .
Il percorso di AT&T: dalle prime prove al Nationwide
AT&T ha iniziato i test sul campo nel 2023 coinvolgendo Nokia, Ericsson e MediaTek, con le prime attivazioni commerciali a Dallas e sulla West Coast . Contemporaneamente ha pianificato la dismissione della rete NB-IoT (conclusa nel Q1 2025) e puntato tutto su un duo LTE-M + RedCap per coprire l’intero ventaglio di casi d’uso IoT . La “vera svolta” arriva oggi, con l’annuncio di:
Copertura nazionale >200 Mln POPs. Primo device certificato Franklin Wireless RG350, hotspot mobile basato su Qualcomm Snapdragon X35 5G Modem-RF System . Partnership con i fornitori di moduli Semtech, Telit Cinterion e Rhino Mobility, fondamentali per sfornare in fretta schede RedCap per health-care, logistica e industria .
Implicazioni per l’ecosistema IoT
Secondo Omdia, le connessioni RedCap (ed eRedCap) sfioreranno un miliardo entro il 2030, con un CAGR del 66 % . ABI Research, più conservativa, parla di 80 milioni di moduli spediti fra il 2024 e il 2029, ma aggiunge che la versione enhanced RedCap (eRedCap) – introdotta in Release 18 – catturerà il 70 % delle spedizioni grazie a consumi ancora più bassi . Se pensiamo alle smartwatch con eSIM, ai visori AR/VR che non possono permettersi batterie “mattonella”, o alle flotte di sensori in fabbrica che devono durare dieci anni senza manutenzione, capiamo perché gli analisti intravedano un mercato esplosivo.
Confronto con gli altri operatori
Negli Stati Uniti T-Mobile vanta già una copertura 5G Standalone, ma sul fronte RedCap AT&T si prende la pole position – Verizon è ancora in fase di trial, mentre T-Mobile ha lanciato un solo dongle 5G SA RedCap nel 2024 . In Europa, Vodafone UK guida l’adozione RedCap nel settore automotive, ma la copertura non è ancora nazionale . Insomma, la partita è apertissima e la mossa di AT&T potrebbe spingere gli altri carrier a correre per non perdere il treno IoT.
Il mio punto di vista
Da osservatore tecnologico non posso che accogliere con entusiasmo il passaggio di RedCap da buzzword a realtà di mercato. L’idea di una “scala di grigi” fra NB-IoT ed eMBB era necessaria: troppo spesso i progetti IoT naufragavano perché NB-IoT era troppo minimalista e il 5G troppo costoso. Con RedCap, AT&T mette sul piatto un equilibrio pragmatico: prestazioni da 30-80 Mbps, latenze dignitose e, soprattutto, un orizzonte di obsolescenza ben più lungo di quello 4G. Il prossimo banco di prova sarà il pricing: se i moduli scenderanno davvero sotto i 10-15 dollari entro due anni, l’adozione di massa sarà inevitabile. L’annuncio di AT&T non è solo un “another network milestone”. Segna l’inizio di una nuova fase dell’IoT in cui i dispositivi potranno fare leva su funzionalità 5G senza pagarne pegno in batteria o in costo BOM. Da qui al 2030 vedremo wearable medici sempre connessi, camion che inviano diagnosi in tempo reale e sensori industriali che parlano al cloud in sicurezza. Se è vero che ogni rivoluzione parte dalla rete, RedCap potrebbe essere la miccia che accende la polvere da sparo dell’Industria 5.0.