
La voce torna protagonista. In Spagna, MasOrange – il gruppo nato dalla joint-venture tra Orange España e MásMóvil – ha attivato commercialmente le chiamate VoNR (Voice over New Radio) sulla propria rete 5G Standalone. È la prima offerta del genere nel Paese: da oggi una parte dei clienti può effettuare e ricevere chiamate che restano interamente su 5G, con instaurazione quasi istantanea e audio “premium”. Il debutto riguarda inizialmente alcune grandi città, con un’estensione progressiva nei prossimi mesi.
Cosa significa, in pratica? A differenza di VoLTE (che appoggia la fonia sul 4G) o del fallback al 3G/2G, VoNR gestisce sia voce sia dati direttamente sul core 5G SA. Il risultato è una latenza inferiore, una qualità percepita più alta e, soprattutto, la possibilità di continuare a sfruttare la piena banda per app “pesanti” durante la telefonata: streaming, cloud gaming, upload di file voluminosi. Per MasOrange questo tassello si inserisce in una traiettoria ben chiara: consolidare la rete 5G SA e aprire la porta ai servizi “5G New Calling”, dai sottotitoli in tempo reale ai filtri audio/video avanzati.
Nel day-one, la copertura VoNR è disponibile in un primo gruppo di città: Madrid, Barcellona, Valladolid, Vigo, Oviedo, Gijón e Santander; diverse testate spagnole includono anche A Coruña tra i capoluoghi abilitati. La roadmap prevede un ampliamento graduale “dove esiste copertura 5G+”, cioè sulla porzione di rete 5G Standalone già accesa. Per ora, la compatibilità lato terminale è l’aspetto più selettivo: risultano omologati due modelli Xiaomi – 14T Pro e Redmi Note 14 Pro+ 5G – con l’abilitazione estesa inizialmente ai clienti mobili postpagati Orange con 5G attivo. L’elenco dei device supportati si allargherà col procedere delle certificazioni.
La scelta di spingere sulla voce nativa 5G non è estemporanea. MasOrange aveva già completato a inizio anno la prima chiamata VoNR su rete commerciale, un segnale di maturità della piattaforma SA. Nel frattempo, a Siviglia il gruppo ha annunciato anche l’avvio della prima rete 5G-Advanced del Paese, combinando 26 GHz e 3,5 GHz in un’area di innovazione urbana: un laboratorio ideale per testare feature di prossima generazione come network sensing e servizi multimediali avanzati. In sintesi, VoNR è il naturale “step successivo” di una roadmap che mira a rendere il 5G qualcosa di più della sola velocità dati.
Sul piano industriale, l’operazione rafforza il posizionamento del nuovo gigante iberico nato dall’integrazione Orange–MásMóvil, ufficializzata nel 2024 dopo il via libera dell’Antitrust europeo. Con oltre 30 milioni di linee mobili e un piano di investimenti triennale da circa 4 miliardi di euro, MasOrange ha tutto l’interesse a differenziare l’esperienza d’uso rispetto alla concorrenza, anche riscoprendo la voce come servizio “di valore” e non mero commodity. L’abilitazione VoNR su aree ad alta densità è un passaggio coerente: migliora l’esperienza, ottimizza le risorse di rete e prepara il terreno a servizi a pagamento “over-voice”.
E gli utenti, cosa notano? Soprattutto due aspetti. Il primo è la rapidità d’instaurazione: il tempo che intercorre tra “chiama” e la risposta dall’altra parte si accorcia sensibilmente. Il secondo è la qualità audio, grazie al profilo HD Voice+ adottato da MasOrange, con maggiore nitidezza e stabilità anche in ambienti rumorosi. In più, il fatto di restare ancorati alla portante 5G elimina i “salti” di tecnologia che in passato potevano degradare la sessione dati durante una telefonata. È un cambio che non si vede, ma si sente.
C’è però un caveat: la compatibilità. Come spesso accade nei lanci VoNR europei, l’abilitazione lato smartphone procede per ondate di firmware e profili IMS certificati operatore-per-operatore. Oggi la lista è corta, domani lo sarà meno. La palla passa ai vendor: Xiaomi ha fatto da apripista, ma è lecito attendersi l’arrivo di Samsung, Apple e altri marchi man mano che i test si chiudono e i file di configurazione vengono spinti OTA. Anche la gestione del roaming VoNR – specie verso Paesi dove la fonia 5G è già operativa – è un work in progress che vedremo maturare nel 2026. Nel frattempo, il fallback su VoLTE resta trasparente per l’utente. (Inferenza sulla base dei lanci VoNR e dei processi di certificazione IMS tipici; i dettagli confermati oggi riguardano esclusivamente i modelli Xiaomi citati).
Dal punto di vista competitivo, la “prima” spagnola mette pressione al mercato: chi seguirà per secondo dovrà colmare il gap non solo annunciando VoNR, ma assicurando copertura SA credibile e una lineup ampia di device certificati. È uno di quei casi in cui timing e execution contano più della tecnologia pura. A nostro avviso, la mossa di MasOrange ha un effetto “traino” sul percepito del 5G: se la voce – il servizio più universale di sempre – migliora in modo tangibile, allora il 5G smette di essere sinonimo di speedtest e diventa esperienza quotidiana. Ed è proprio qui che si gioca la partita del valore, per operatori e clienti.
Infine, un cenno alla sicurezza e alla privacy, spesso trascurate quando si parla di voce. Le implementazioni 5G SA e 5G+ introducono meccanismi più robusti per la protezione dell’identità della SIM e la cifratura del traffico, con benefici anche per i servizi vocali nativi su NR. Non è l’elemento che ti “vende” VoNR al primo ascolto, ma è uno dei motivi per cui l’ecosistema 5G-only ha senso, soprattutto nel medio periodo.