
Quando il Telecom Infra Project (TIP) ha annunciato, il 5 giugno 2025, la ristrutturazione del proprio Open RAN Project Group – condensando sei sotto-gruppi in due filoni principali, Solutions e RIA (RAN Intelligence & Automation) – l’attenzione di tutto l’ecosistema è andata ai nomi scelti per guidare questa nuova fase. Nei due organi ristretti compaiono figure di spicco provenienti da AT&T, Vodafone e TELUS, operatori che da anni investono (e sperimentano sul campo) architetture RAN aperte e multivendor. telecominfraproject.com
Perché una riorganizzazione?
Il messaggio di TIP è chiaro: meno burocrazia, più concretezza. Con l’evoluzione delle reti 5G (e il fermento in vista del 6G) servono strutture snelle che producano rapidamente blueprint certificabili e casi d’uso pronti per il deployment. Non a caso, il sotto-gruppo Solutions si occuperà proprio di:
- definire reference design “end-to-end” ready-for-field,
- coordinare i programmi di test & validation,
- dialogare con i laboratori accademici e con i vendor sui requisiti minimi per la badging. telecompaper.com
Parallelamente, RIA concentra gli sforzi su automazione, orchestrazione e modelli AI/ML applicati al ciclo di vita della rete: un tassello cruciale, visto che secondo una recente analisi SNS Telecom & IT la spesa globale in SMO, RIC e x/rApps crescerà a un CAGR superiore al 125 % tra il 2024 e il 2027, fino a sfiorare i 700 milioni di dollari annui. snstelecom.com
I nomi che contano
Nel track RIA spiccano Matti Hiltunen (AT&T), Rafael Enrique Cardenas (Vodafone) e Andy Yun (TELUS), affiancati da Meta, Ericsson, VIAVI Solutions e altri attori di peso. Sul fronte Solutions troviamo ancora Vodafone (con Okan İlker) e AT&T (con Mike McIntosh), a conferma di un asse trans-atlantico sempre più affiatato. telecominfraproject.com
Il mio punto di vista
Questa “tripla alleanza” fra un colosso statunitense, uno europeo e uno canadese non è casuale: rappresenta tre mercati maturi ma con priorità diverse (densità urbana, copertura rurale, refarming dello spettro). Mettere assieme le lesson learned accelera la convergenza di requisiti e, di riflesso, riduce l’attrito per i vendor che vogliono scalare le proprie soluzioni.