
Quando pensiamo al 5G immaginiamo subito antenne sui tetti e torri che svettano nei paesaggi urbani. Eppure la vera partita della connettività di nuova generazione si gioca sempre più spesso dentro le quattro mura di un negozio, di un cinema o di un bar. Proprio qui entra in scena Ericsson Indoor Fusion 8828, la nuova radio 5G plug-and-play progettata a Ottawa che fonde in un unico chassis funzioni di radio e baseband, promettendo multi-Gbps e tempi di installazione da “monta e accendi”. La novità è stata annunciata a Toronto il 4 giugno 2025 e, non a caso, il primo operatore a portarla sul campo sarà Bell Canada.
Un concentrato di RAN e Radio Dot System
La Indoor Fusion 8828 poggia sul collaudato Radio Dot System di Ericsson: fino a quattro Radio Dot collegati al nodo principale per coprire locali di piccole e medie dimensioni – pensiamo a una catena di coffee shop, a una sala cinematografica o a un piccolo ospedale di provincia – senza dover cablare chilometri di fibra interna. Il nodo centrale ospita il processore baseband, la parte radio e l’alimentazione PoE; bastano pochi minuti per fissarlo a parete, collegare la dorsale Ethernet e accendere il 5G. Lo scopo è chiaro: portare prestazioni da rete macro – latenza bassa, velocità oltre il gigabit e slicing pronto – dove prima arrivava a malapena una singola “tacca” di 4G.
Bell Canada fa da apripista
Bell sarà il primo operatore al mondo a installare la soluzione. Per il gruppo guidato da Mirko Bibic si tratta di un tassello cruciale nel piano di trasformazione da semplice telco a tech services provider. “Vogliamo alzare l’asticella dell’esperienza per i nostri clienti business”, spiega Mark McDonald, CTO di Bell, sottolineando come la copertura indoor sia diventata un fattore competitivo quasi quanto il prezzo della connettività.
Perché produrla in Canada? Una scelta non solo geografica
Dietro il badge “Made in Canada” c’è molto più di un’etichetta ornamentale. Il centro R&D di Ottawa è il più grande di Ericsson nel Nord America e, grazie a un accordo quinquennale siglato con il governo federale nel novembre 2024, riceverà oltre 630 milioni di dollari canadesi per sviluppare 5G Advanced, 6G e soluzioni AI-native. In altre parole, la Indoor Fusion 8828 non è un episodio isolato, ma la punta dell’iceberg di un ecosistema di innovazione che coinvolge più di 20 università e migliaia di brevetti domestici.
Implicazioni per le PMI e il “digital divide” indoor
Chi lavora nel retail sa bene che un POS lento o un video promozionale che si blocca equivale a clienti persi. Portare il 5G dentro i locali significa ridurre la frustrazione degli utenti – pensiamo alla fila al cinema per comprare i popcorn senza buffering dell’app di pagamento – e aprire la porta a servizi che oggi sembrano fantascienza: real-time inventory con visori AR, analytics in cloud per ottimizzare il flusso di persone, casse smart che riconoscono i prodotti al volo. Il bello è che, grazie alla Indoor Fusion 8828, tutto questo non richiede più armadi rack o sale dedicate: l’hardware si mimetizza nell’arredo, mentre il software gira in the edge.
Il mio punto di vista
Da osservatore del settore credo che l’aspetto più interessante non sia tanto la potenza radio – altri vendor propongono piccoli DAS 5G – quanto il modello di deployment “consumer-grade”: alimentazione PoE, gestione da remoto via software e nessuna necessità di licenze aggiuntive per il core. In pratica, chi già possiede una rete Ericsson outdoor potrà estendere il 5G indoor con la stessa orchestrazione. È un passo in avanti verso l’idea di rete come “utility invisibile”: la connettività sparisce alla vista per diventare tessuto connettivo dell’esperienza cliente.
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