
Quando un volontario di Surrey Search & Rescue (SAR) riceve la chiamata, spesso si trova a operare in boschi fitti, argini fangosi o colline dove lo smartphone smette di respirare. Proprio qui entra in gioco la nuova alleanza tra Ericsson e UK Connect, che trasforma quei silenzi radio in un flusso continuo di dati grazie alla piattaforma SARNET (Search & Rescue Network) e al router veicolare Ericsson R2100. Un progetto che non fa solo felici gli smanettoni di rete: letteralmente può fare la differenza fra vita e morte. computerweekly.comtelecoms.com
Un problema molto concreto
Ogni anno, in Surrey spariscono oltre 2 000 persone, fra adolescenti vulnerabili e anziani con demenza¹. I volontari — circa ottanta, tutti richiamabili 24 ore su 24 — uscivano spesso con mappe cartacee e torce frontali, contando su hotspot mobili ballerini quando la copertura lo permetteva. La conseguenza? Coordinamento lento, impossibilità di inviare video dai droni o cartografie aggiornate, minuti preziosi che scorrevano senza pietà. computerweekly.com
La ricetta tecnica dietro SARNET
UK Connect, forte di esperienze in ambito difesa, ha preso “tecnologie da campo” già testate in scenari militari e le ha riconfezionate per il soccorso civile. Il cuore è un’architettura Hybrid WAN:
- Dual-SIM 5G/LTE nel router R2100, con switching automatico fra operatori.
- Fail-over satellitare nelle zone più impervie.
- Edge routing per dare priorità al traffico mission-critical (stream dai droni, tracciamento GPS delle pattuglie, telemetria dei cani da ricerca).
Il tutto è montato direttamente sui 4×4 dell’unità, così quando il mezzo accende il motore la rete è già viva: hotspot Wi-Fi per i tablet rugged Panasonic Toughbook 33, uplink sicuro verso il comando e — chicca non da poco — supporto nativo ai protocolli 5G SA che il Regno Unito sta abilitando dentro la nuova Emergency Services Network (ESN). telecoms.comemergencyservicestimes.com
Vantaggi misurabili
Secondo i test condotti sul campo, la connettività “always-on” ha accorciato i tempi di risposta fino a un’ora e migliorato il tasso di sopravvivenza dei dispersi. Un drone che prima tornava alla base per scaricare le riprese ora invia lo streaming in tempo reale; i cartografi digitali aggiornano le heat-map dei percorsi battuti senza sovrapposizioni; i team medici possono trasmettere parametri vitali prima che arrivi l’ambulanza. uktin.netcomputerweekly.com
Le voci dei protagonisti
«Le squadre operano in condizioni estreme, dove ogni secondo conta. Senza una rete affidabile, droni e mapping intelligente sono solo giocattoli costosi», spiega Mo Taufiq, Senior Partner Manager di Ericsson telecoms.com.
«Abbiamo preso l’esperienza maturata in ambienti militari: oggi possiamo localizzare una persona scomparsa più in fretta, coordinandoci meglio con polizia e paramedici», aggiunge PJ Farr, CEO di UK Connect nonché volontario di Surrey SAR computerweekly.com.
Uno sguardo più ampio
Questo progetto s’innesta perfettamente nella strategia del Ministero dell’Interno britannico, che a inizio anno ha affidato a IBM, Samsung ed Ericsson la modernizzazione della Emergency Services Network: da rete TETRA vocale a piattaforma dati 4G/5G con funzioni MC-PTT e MC-Data. Significa che, una volta usciti da Surrey, i volontari troveranno lo stesso ecosistema IP-based anche nelle contee limitrofe. telecoms.com
Il mio punto di vista
Fra digital divide e cashback sui piani 5G, tendiamo a dimenticare che una barra di segnale in più può valere una vita. La vera sfida non è tanto scaricare un film in treno, ma garantire throughput solido sotto pioggia battente, quando un cane da ricerca guaisce perché ha “fiutato” qualcosa. Se aggiungiamo in orbita i futuri satelliti 5G-NTN e i nuovi chipset mmWave più efficienti, entro pochi anni potremmo vedere reti SAR capaci di ricostruire in 3D (quasi in tempo reale) interi perimetri boschivi, suggerendo ai soccorritori il percorso più sicuro tramite realtà aumentata.
Nel frattempo, la collaborazione fra vendor globali e integratori locali è la strada giusta: hardware robusto, software leggero, tanta formazione ai volontari. E il sorriso di chi, tornando a casa, sa di avere fatto la differenza — anche grazie a un router ben configurato.